Spal, ora stabilità e scelte chiare senza esperimenti

Nuove soluzioni e giocatori fuori ruolo stanno costando punti in classifica. Mercato necessario

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di Mauro Malaguti

Mai nella sua storia centenaria la Spal era riuscita a incassare tre gol da un avversario in inferiorità numerica, e in casa: nel derby contro il Modena, anche quel tabù è stato sfatato. Al di là delle spigolature - un gol lo ha segnato La Mantia nella sua porta, un altro è giunto dal dischetto - è il segnale evidente del momento di confusione che regna sovrano nella mente di una Spal che non trova il filo per uscire dall’attuale depressione. Dopo il discreto impatto iniziale con De Rossi (6 punti nelle prime 4 senza mai perdere) i biancazzurri si sono avvitati in una crisi che va al di là dei loro limiti, pure manifesti e in parte pronosticabili anche in partenza. Si sapeva già dal via che Varnier era ad alto rischio, che non tutti gli esterni convincevano, che mancavano giocatori di passo rapido e in grado di creare superiorità numerica, e che dietro le punte titolari c’era solo gioventù: ma si confidava che il resto bastasse, invece...

Invece si sono aggiunte tre componenti meno attese: il modesto rendimento di una parte cospicua di giocatori su cui si contava e che per acciacchi o altro sono finora al di sotto delle aspettative, il brusco passaggio da un allenatore a un altro ai suoi primi passi e di credo opposto, e l’eccesso di rotazioni imposto da De Rossi durante la fase due del suo mandato. Nelle prime partite il nuovo tecnico aveva soprattutto cercato di limitare i danni e l’emorragia difensiva in corso, e le cose erano andate meno male. Quando ha iniziato a incidere più nel profondo, inventando nuove soluzioni e ruoli e avviando l’ampio casting per conoscere e coinvolgere tutti i suoi calciatori, De Rossi ha raccolto solo cenere (tornando a 7 gol al passivo nelle ultime 3 gare).

Comprensibile la necessità di ovviare alla mancanza di ritiro precampionato provando cose in partita: ma tutto questo sta costando punti, e ora che in pratica ha visto tutti, DDR deve dare stabilità massima per uscire dalle peste in cui ha finito per trovarsi. Non tutti i giocatori sono uguali, c’è chi ha più valore ed esperienza e chi meno. E con rarissime eccezioni impiegare un calciatore fuori ruolo costa caro, vedi Valzania in difesa (suo e non di Tripaldelli il rigore dell’1-3 col Modena, oltre al via libera a Falcinelli sulla seconda rete). La formazione iniziale del derby si avvicina molto a quella tipo fino a gennaio, meglio se con Maistro che nelle ultime due si è poi appreso non essere al massimo fisicamente. Quella è grossomodo la squadra, da cambiarsi per necessità, ma ruolo per ruolo: dei vari esperimenti effettuati con Brescia e Modena ha funzionato solo Tunjov in fascia (il che non significa automaticamente che sia ripetibile giovedì a Perugia, perché non si giocherà 11 contro 10 tutti all’attacco e ci sarà anche una fase difensiva da svolgere). A proposito di Perugia: DDR si ritroverà di fronte l’allenatore più esperto, cinico, pratico e disinteressato al bel gioco dell’intera categoria, Castori, e un avversario che vede la possibilità di agganciare la Spal all’ultimo posto. Bell’esame di laurea, non c’è che dire.

Contro le 4P in successione (Perugia, Palermo, Parma e Pisa in successione) il tecnico ha l’obbligo di limitare i danni facendo più punti che può magari dando un po’ di stabilità. La classifica lacrima e da ora c’è il dovere di guardarla. Girare la boa sotto quota 20 sarebbe un guaio enorme, dato che le ultime continuano a vincere contro le presunte grandi, e la quota salvezza quest’anno salirà oltre i 40 punti. Il pericolo è grande quanto la delusione di domenica, e l’ambiente tutto farà bene a ricompattarsi in fretta altrimenti si rischia grosso. Fabio Lupo ha espresso l’intento della società di adeguare l’organico alle esigenze del nuovo mister. Ci sarà non poco da fare in ogni comparto. Un solo avviso ai naviganti: puntare solo su calciatori di categoria bene allenati e non su scommesse o reduci da infortunio. Non deve essere un mercato di occasioni ma di rimodulazione molto più profonda rispetto a quel che si intendeva svolgere. Servono giocatori più che pronti e di livello superiore a quelli destinati a partire.