Effetto Schlein, brivido per Zattini. Primi seggi: bene anche i Verdi. Il rebus delle liste civiche

Nel centrodestra Fratelli d’Italia al 25%, giù la Lega superata da Forza Italia: ma quale sarà l’apporto di Forlì Cambia? I partiti di centro alle europee sono al 6%. Stenta il Movimento 5 Stelle (6,7%).

Effetto Schlein, brivido per Zattini. Primi seggi: bene anche i Verdi. Il rebus delle liste civiche

Effetto Schlein, brivido per Zattini. Primi seggi: bene anche i Verdi. Il rebus delle liste civiche

"Cosa c’è nella pignatta lo sa il coperchio...". La frase (in realtà in dialetto) è del sindaco Gian Luca Zattini e risale al 2019, nei giorni tra primo e secondo turno. Chissà se l’ha pensato anche ieri sera, nel lasso di tempo – decisamente più breve – che intercorre tra lo scrutinio delle europee e, oggi pomeriggio, quello delle amministrative. Il voto per il parlamento di Strasburgo è come al solito da interpretare, perché si riconfigura diversamente a livello locale: al di là dei singoli candidati che hanno un effetto traino, rispetto all’Europa ci sono le liste civiche. E c’è anche una lista come ContiamoCi che, nelle ultime settimane, è stata un po’ lo spauracchio del centrodestra (e la speranza del centrosinistra) perché – questo è il ragionamento – se arrivasse al 3% potrebbe contemporaneamente innalzare il quorum, rendendo più probabile il ballottaggio e contemporaneamente, forse, sottrarre qualche voto alla coalizione vincente cinque anni fa.

A questa incertezza si aggiunge l’aleatorietà delle primissime sezioni scrutinate (19 su 108 al momento di andare in stampa), per effetto della lentezza dello spoglio (a Cesena, alla stessa ora ben 56 seggi erano stati conteggiati). Un tempo si sarebbe detto che gli scrutatori più veloci erano quelli delle sezioni più rosse, più avvezze alle nottate elettorali: forse anche questo è cambiato. I primissimi riscontri erano però lusinghieri per il Pd: 36,4%, molto sopra il secondo partito cittadino, Fratelli d’Italia col 27,7%. Un ruolo, quello dei dem, capace di trainare i numeri di una coalizione (anche se la legge elettorale delle europee non ne prevede alcuna): anche Forlì conferma il buon dato di Alleanza Verdi e Sinistra (6,2%) e numeri inferiori alle attese per il Movimento 5 Stelle (6,7%; era il 12,4% alle europee 2019 in città). E attenzione perché i primissimi seggi vedevano ‘Pace terra dignità’ (la lista del giornalista Michele Santoro) all’1,8%: una posizione politiche che potrebbe distribuirsi tra il Pci (che candida a sindaco Vito Botticella) e proprio la lista Avs. In tutto, le prime 19 sezioni danno il centrosinistra oltre il 50%.

Sia Graziano Rinaldini, candidato sindaco per il centrosinistra, sia il sindaco uscente Gian Luca Zattini, avranno passato la notte a interrogarsi sulla ricaduta alle amministrative del pacchetto di voti diviso tra Stati Uniti d’Europa (Matteo Renzi più Emma Bonino) al 3,2% e Azione (Carlo Calenda) al 2,8%: uno dei temi della campagna elettorale è stata la capacità di rappresentarli, contesa tra la civica di centrodestra, Forlì Cambia (ufficialmente sostenuta dai due partiti centristi), e quella di centrosinistra, RinnoviAmo Forlì, che schiera l’unico consigliere comunale di Italia Viva, in aperto dissenso col partito ufficiale.

Nel centrodestra, stando ai primi numeri, si segnala il sorpasso di Forza Italia sulla Lega (8,2% contro il 5,9%). Il voto politico alla coalizione è circa al 40%. Ma non tiene conto della Civica.

Primo comune a scrutinio completo è stato Portico: Pd al 28,6%, un solo voto davanti a FdI (28,5%).