Il 16 maggio si poteva dare l’allarme diversamente, non solo con video? Come si può migliorare l’efficacia in un eventuale futuro?
"Si doveva fare di più evitando i morti. Sarebbe bastato che il giorno 9 maggio alla pubblica assemblea ai Romiti insieme agli alluvionati del giorno 3 maggio di via Firenze e via dei Molini, presente l’assessore ai lavori pubblici Vittorio Cicognani, fosse seguita un’azione seria di sgombero della popolazione".
Indichi una cosa che, in quei giorni, l’amministrazione ha fatto bene e una non riuscita.
"Noi non ravvisiamo cose fatte bene. Tutte furono fatte male e senza coordinamento, con interventi estemporanei. Ricordiamo che la Protezione civile ad esempio ai Romiti non esisteva e che l’autorità di riferimento per i cittadini per i primi 5 giorni sono stati solo quei bravissimi operatori dei vigili del fuoco".
Recentemente anche il sindaco di Ravenna De Pascale (Pd) ha chiesto più casse d’espansione nel Forlivese. La Regione va sollecitata a fare di più?
"Certo che sì. Tutto ciò che è sicura prevenzione va messa in pratica. A partire dalla cura certa degli alvei fluviali in coordinamento con i proprietari confinanti col demanio fluviale".
Rifare le fogne in modo da evitare allagamenti si potrà fare, a partire dai prossimi 5 anni, o è utopia?
"L’ultima giunta che pianificò interventi sul sistema fognario fu la seconda giunta Rusticali. Si partì con gli interventi nel quartiere Bussecchio. Poi poco oltre con la Masini, fino all’annullamento del piano ad opera di Balzani e allo zero degli anonimi Drei e Zattini. Bisogna ripartire da quei progetti, attualizzarli, farli".
È possibile per il Comune aiutare chi non sta ricevendo ancora ristori, economicamente o almeno sul fronte della burocrazia?
"Il Comune dovrebbe sollecitare i ristori realmente, piantandola di raccontare bugie agli alluvionati. Comprendiamo che Zattini possa aver problemi ad insistere con la Meloni, ma i silenzi, e le frustranti decisioni del generale alpino stanno generando pericolose e umane tensioni".
Come il nuovo piano urbanistico dovrà tener conto dei cambiamenti climatici?
"In questo spazio non è possibile rispondere esaustivamente. Noi del Pci ci limitiamo a dire che se la crescita urbanistica non riesce a seguire le variazioni climatiche e geologiche allora è da irresponsabili incoscienti continuare a procedere come avviene ora verso futuri che non si conoscono".
Cosa fare per riportare all’antico splendore il parco urbano?
"Desolante fare di questo argomento un elemento da campagna elettorale. Un nostro dirigente alluvionato possiede un giardino di un centinaio di metri quadri e solo ora, dopo un anno è riuscito renderlo di nuovo normalmente usufruibile. Dopo quindi aver aiutato il popolo alluvionato tutto, in ogni necessità, si potrà provvedere al parco".