Il 16 Maggio si poteva dare l’allarme diversamente, non solo con video? Come si può migliorare l’efficacia in un eventuale futuro?
"Voglio premettere che rappresento una lista con intenti propositivi e che non intende sfruttare le tragedie per qualche voto in più. Il dissesto idrogeologico è colpa delle politiche di chi ha gestito la regione Emilia-Romagna. Questa ’alluvione’ ha messo in luce in modo tanto chiaro quanto drammatico che la filosofia su cui era basato il sistema di difesa idraulica ed idrogeologica attuato dalla regione Emilia-Romagna era sbagliato. Questo non tanto per il fatto di non avere colpevolmente attuato per intero le previsioni dei piani di bacino idrografico redatti dalle Autorità di Bacino, ora di Distretto, di cui alla legge numero 183 del 1989, legge nazionale difesa del suolo, ma per avere dimenticato uno dei presupposti di base su cui si basò negli anni ’60 la difesa del suolo, la gestione della parte montana. I Comuni devono avere un documento circa il rischio idraulico e un piano di Protezione civile. La Protezione civile è inadeguata e va rifondata e gli allarmi non si danno solo via social ma sul territorio e nelle zone ad alto rischio idraulico casa per casa".
Indichi una cosa che, in quei giorni, l’amministrazione ha fatto bene e una non riuscita.
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere".
Recentemente anche il sindaco di Ravenna De Pascale (Pd) ha chiesto più casse d’espansione nel Forlivese. La Regione va sollecitata a fare di più?
"È la scoperta dell’acqua calda: i sindaci dovevano vigilare sulle competenze della Regione ma siccome sono dello stesso colore politico non lo hanno mai fatto".
Rifare le fogne in modo da evitare allagamenti si potrà fare, a partire dai prossimi 5 anni, o è utopia?
"Certo che è possibile ma con la premessa di cui sopra".
È possibile per il Comune aiutare chi non sta ricevendo ancora ristori, economicamente o almeno sul fronte della burocrazia?
"Per quello che mi riguarda, i fondi governativi ci sono: snellire la burocrazia è un imperativo per tutta la nazione".
Come il nuovo piano urbanistico dovrà tener conto dei cambiamenti climatici?
"Il cambiamento climatico è una forma di marketing: non ha nulla di scientifico, mi ricorda un’altra pubblicità che andava di moda anni fa, ‘il metano ti dà una mano’. La ricordate?".
Cosa fare per riportare all’antico splendore il parco urbano?
"A questa domanda potrebbe rispondere anche un bambino: puntare sulla bellezza e sulla natura non dovrebbe essere difficile".
Interviste a cura
di Marco Bilancioni e Sofia Nardi