
La semifinale più bella rovinata dai colpi proibiti di martedì sera: ieri lo stop ufficiale. I forlivesi bersaglio di un lancio d’oggetti prima del match, poi è scattato il raid davanti al bar.
La semifinale di serie A2 di basket, che riproponeva la sfida Rimini-Forlì trent’anni dopo la finale promozione del 1995, ha perso il suo romanticismo, il suo fascino, alle 19.30 di martedì in via Redi, a Rimini. Scontri tra forlivesi e riminesi lungo le strade che portano al palasport Flaminio: colpi di spranghe, mazze, bastoni, bombe carta, una vera e propria guerriglia urbana (due auto danneggiate, fortunatamente non feriti), così vicina alle case che sono tantissimi coloro che l’hanno documentata con i telefonini. La violenza è esplosa a poche decine di metri dal campo di gioco, dove da lì a poco si sarebbe giocata una partita bellissima ed emozionante, con grande tifo e passione popolare (si è imposta la Rbr Rimini 83-78). All’indomani, la follia di martedì presenta il conto. A tutti.
PALAFIERA OFF LIMITS I video degli scontri avrebbero lasciato sgomenti anche alti funzionari del ministero dell’Interno, a Roma. La prima ovvia considerazione, che si poteva formulare già martedì, è che non sarebbe stato più consentito a 200 tifosi ospiti di assistere alle partite. Ma si è andati oltre: l’Osservatorio per le manifestazioni sportive giudica opportuno che il terzo atto della serie (domani sera alle 20) ed eventualmente anche gara4 domenica 1° giugno debbano svolgersi senza pubblico. Porte chiuse. Troppo alto il rischio di nuovi incidenti fuori dal Palafiera. Il prefetto di Forlì-Cesena Rinaldo Argentieri si è adeguato alla decisione, che è diventata ufficiale alle 20.05 di ieri. Il primo segno che il provvedimento sarebbe stato duro era arrivato nella prima mattinata: congelata la vendita ai tifosi forlivesi per gara3. Erano già stati venduti in prelazione molti tagliandi agli abbonati della Pallacanestro 2.015: andranno rimborsati. Il prefetto aveva già vietato la trasferta ai riminesi a fine gennaio, auspicando però di poter consentire l’arrivo dei bolognesi sponda Fortitudo ad aprile. Era stato di parola. Ieri ha dovuto prendere atto della gravità della situazione.
TRE SCONTRI Le indagini competono alla Questura di Rimini ma coinvolgono ovviamente anche i poliziotti forlivesi, per l’identificazione dei responsabili. Si parla di decine di persone. Perché oltre alla guerriglia vicina al bar Quattro Dodici (luogo di ritrovo del Barrio, la tifoseria organizzata riminese), con 40-50 forlivesi dotati di bastoni e mazze, ce n’è stato uno successivo in cui i riminesi hanno ricevuto rinforzi, "un folto gruppo", "armati di tutto punto", lungo via Flaminia Conca. Poi c’è un ulteriore scontro – tre in totale –, il primo in ordine cronologico, di cui non esistono filmati: un lancio di oggetti contro un gruppo di ultras forlivesi. A quel punto è scattato il raid verso il bar. Non è un’esimente ma, rispetto alla primissima ricostruzione, ieri è emerso un ruolo attivo anche da parte degli ultras di casa. Al punto che, negli ambienti delle forze dell’ordine, si considerano probabili le porte chiuse anche nel caso in cui la semifinale dovesse protrarsi fino alla ‘bella’, gara5 mercoledì 4 giugno al Flaminio. "L’Osservatorio non ne fa menzione, ma per una ragione tecnica: è stato chiamato a esprimersi sulle prossime due partite ravvicinate, venerdì ed eventualmente domenica, entrambe a Forlì". In sostanza, è fondata l’ipotesi che nessun tifoso possa più assistere ad alcuna partita.
AVEVANO I BIGLIETTI Non tutta la tifoseria organizzata ha partecipato agli scontri: molti sono entrati in anticipo al palasport. Ma i facinorosi finora identificati risultano tra coloro che avevano regolare biglietto per la partita di martedì. Alla fine degli scontri, sono riusciti a disperdersi, arrivando alla spicciolata al palasport. Probabilmente hanno assistito tutti a gara2. Con i forlivesi c’erano anche alcuni originari di Bellaria, che è sì in provincia di Rimini, ma sono tifosi del Cesena Calcio. Il loro coinvolgimento nelle violenze, però, non è al momento dimostrato. Da un blitz riminese a Bellaria è nata, mesi fa, questa recente faida del tifo.