Scuola, ok il merito ma si deve aver cura di tutti gli studenti

La nuova denominazione di Ministero dell’Istruzione e del Merito appare singolare e, nel contempo preoccupante, sia perchè abbina a un ministero un generico concetto (meritare cosa? In base a quali parametri?), sia perché afferma un’idea di scuola che si occupa e ’manda avanti’ solo chi lo merita: e chi non lo merita, che fine fa? Viene espulso dal sistema scolastico? Alimenta la più alta dispersione scolastica d’Europa? Si aggrega agli oltre tre milioni di giovani italiani, i neet, che non studiano, non lavorano, né si formano?

La scuola non può essere riducibile, secondo la logica del merito, al rigido binomio istruzione-valutazione, poiché, essendo un sistema formativo, articolato e complesso, ha anche il compito di educare, interessare, coinvolgere, includere, orientare e deve essere in grado di offrire a tutti gli studenti ’pari opportunità’ di successo scolastico e di crescita culturale, sociale, umana.

In tal senso, la nostra scuola, che si fonda su principi democratici e su forti valori educativi, deve sempre ’aver cura’ di tutti, valorizzare certamente i ’talenti’, riconoscere l’impegno e la serietà di chi si applica con profitto, ma anche seguire con attenzione e con gli interventi adeguati gli studenti in difficoltà, quelli che, per varie ragioni, presentano uno scarso rendimento e sono costantemente a rischio di ’mortalità’ scolastica: si tratta di motivarli, recuperarli e, non solo sul piano didattico, monitorarne costantemente il percorso di studio e, se necessario, orientarli alla scelta di altri percorsi, perché non si perdano e perché meritino altre opportunità di affermazione negli studi e nella vita.

Luigi Ascanio,

ex dirigente scolastico