REDAZIONE IMOLA

Aggressioni all’ospedale. Nuovo protocollo per i Tso

Tanti temi nel tavolo di confronto fra Comune, sindacati e vertici dell’Ausl . In arrivo anche la sorveglianza 24 ore su 24 e la modifica dell’assetto dei triage.

Boom di aggressioni al Pronto soccorso: un aumento inquietante in quattro anni

Boom di aggressioni al Pronto soccorso: un aumento inquietante in quattro anni

Attivazione di un nuovo protocollo per i Tso (Trattamenti sanitari obbligatori), possibile modifica dell’assetto dei triage e l’arrivo della sorveglianza h24 che dovrebbe diventare realtà attorno a metà novembre. Queste le principali novità emerse ieri dal tavolo di confronto in Comune, tra il sindaco Marco Panieri, i vertici dell’Ausl e i sindacati (queste ultime due parti si erano incontrate già qualche settimana fa) per fronteggiare le aggressioni al pronto soccorso. Aggressioni che vengono compiute nel 70% dei casi dai pazienti e nel restante 30% dai loro parenti.

Per quanto riguarda i Tso, si lavora per accelerare la presenza delle forze dell’ordine: polizia e carabinieri chiamati a dare supporto alla polizia locale, oggi titolare degli interventi in questione. Per il triage, l’obiettivo è di trovare una nuova sistemazione in grado di garantire un isolamento totale dell’infermiere rispetto agli utenti del pronto soccorso. Poi la vigilanza privata. L’Ausl vuole ridurre al minimo i tempi (si parla come detto di metà novembre), ma prima deve capire se in futuro potrà contare sulla presenza (oggi non sempre garantita) di un operatore di polizia dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 14. Attenzione alta anche lontano dal Santa Maria della Scaletta: si ragiona infatti sulla tutela del personale in servizio al Cau e, più in generale, in tutto l’ospedale vecchio. In quest’ultimo caso, si lavora a un servizio di portineria di 12 ore e a misure per impedire l’accesso dei non autorizzati. "L’incontro è stato molto importante – commenta Giuseppe Rago (Uil Fpl) –. È stato dato seguito a quanto annunciato dall’Ausl nelle scorse settimane. C’è una presa di coscienza sul problema sicurezza. Bisogna però lavorare sulla prevenzione, e non solo sul post-evento. Confidiamo in una risoluzione in tempi brevi".

Enrico Agnessi