La guerra delle notizie e la disinformazione

La Voce dei lettori

Nel 2022 la Russia ammassò le proprie truppe ai confini con l’Ucraina in misura progressiva e crescente, lasciando margini, quantomeno di tempo, per un “tavolo” che si ripromettesse di evitare il conflitto armato. Non risulta che furono tentate intese. Nel 2015 gli accordi di Minsk prevedevano “una legislazione permanente sullo status speciale delle aree autonome delle regioni di Donetsk e Lugansk che includa, inter alia, la non punibilità e la non imputabilità dei soggetti coinvolti negli eventi avvenuti nelle citate aree, il diritto all'autodeterminazione linguistica, la partecipazione dei locali organi di autogoverno nella nomina dei Capi delle procure e dei Presidenti dei tribunali delle citate aree autonome.” Nel dicembre del 2022 “Angela Merkel, in un'intervista alla rivista Die Zeit, ha dichiarato che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra, ma che sono stati un tentativo "di dare tempo all'Ucraina" di ricostruire il suo esercito. Disinformazione. E’ una pratica diffusa e tipica di tutti i regimi totalitari. Non dovrebbe essere ammessa in una democrazia liberale, in quanto copre con un pesante velo qualsiasi possibilità di conoscere lo stato dei fatti. Putin ha il parkinson, è malato di tumore terminale, il suo potere interno è vacillante si porta sempre appresso (e viene inquadrata) la valigetta con le chiavi per l’utilizzo di armi nucleari, la federazione è al collasso economico per le sanzioni e per la riduzione degli acquisti da parte dell’Europa di materie prime energetiche, Zelensky sta vincendo la guerra, tutte le persone rinchiuse nell’acciaieria Azovstal verranno giustiziate. Si dice “chi ha più buon senso lo usi”. Allora la Nato non faccia a gara con la Russia a chi le spara più grosse: ripristiniamo la leva, alziamo i muri, mandiamo gli aerei ai confini, aumentiamo i contingenti militari, facciamo le più grandi manovre belliche della storia.

Enrico Venturoli