{{IMG_SX}}Recanati, 17 agosto 2007 - E’ morto ieri pomeriggio all’ospedale regionale Torrette di Ancona, all’età di 77 anni, l’onorevole Franco Foschi. Ricoverato nei giorni scorsi per una grave complicazione polmonare, il suo fisico, da tempo debilitato da una lunga malattia, ha ceduto privando la città, in cui era nato, Recanati, di una grande figura di prestigio.

 

 

Laureato in neuropsichiatria, Foschi è stato soprattutto un uomo politico ricoprendo incarichi amministrativi e di governo. Iscritto alla Democrazia Cristiana e militante dell’Azione Cattolica e delle Acli, ha militato nella corrente di Donat Cattin. A 29 anni fu eletto sindaco della città succedendo al suo amico Luigi Flamini. Questo incarico lo portò avanti per ben dieci anni, sin al 1970. Due anni prima, nel 1968, fu eletto per la prima volta parlamentare, nomina che mantenne ininterrottamente sino al 1992.

 

Come sindaco il suo decennio fu caratterizzato dalla grande intuizione nel creare le premesse per lo sviluppo industriale. Fu, infatti, sua l'idea di dar vita alla zona industriale intitolata a Enrico Mattei stringendo rapporti strettissimi con il suo amico Oliviero Pigini e favorendo la creazione del prestigioso marchio della 'EKO'. Si deve a lui e alla sua amicizia con Enrico Mattei l’insediamento dell’importante realtà industriale della 'Nuova Pignone' con la creazione di numerosissimi posti di lavoro. Come primo cittadino mise la prima pietra dell’Istituto Tecnico Industriale.

 

Più intensa è stata la sua vita di parlamentare. Alla fine degli anni ’70 fu nominato sottosegretario agli esteri nel governo Forlani con delega all’emigrazione impegnandosi fortemente a salvare in Argentina, allora sotto la ferrea dittatura militare, molti italiani dalla persecuzione e dalla morte. A cavallo fra gli anni ’80-81 fu anche ministro del lavoro, esperienza che venne interrotta con l’esplosione dello scandalo P2 e la scoperta del suo nome nell’elenco di Licio Gelli ritrovato dalla Finanza a Castiglion Fibocchi.

 

Durante la sua carriera politica ha ricoperto importanti incarichi nella Comunità Europea. Nel 1987, dopo la morte di Umberto Bosco, fu nominato presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, incarico che ha mantenuto sino alla morte. La sua guida riportò agli antichi fasti il Centro grazie anche alla 'Legge Leopardi nel mondo' che fece approvare in Parlamento: un finanziamento di dieci miliardi che permise la diffusione della conoscenza del pensiero e dell’opera leopardiana in molti paesi stranieri.

 

Foschi era anche presidente onorario del Centro Studi portorecanatesi e ha ricoperto negli ultimi otto anni l’incarico di assessore alla cultura nell’Amministrazione Corvatta. Foschi lascia la moglie Brunella Cingolani e quattro figli: Nicoletta, la più grande, Paolo, Anna e Gabriella. Il sindaco, nella serata di ieri sera, ha convocato una riunione di Giunta urgente per predisporre le onoranze funebri. Salvo diverse volontà della famiglia, verrà allestita una camera ardente nel Palazzo Comunale e sarà decretato il lutto cittadino con la sospensione di tutte le iniziative ludiche.