
"Andiamo via, ma che amarezza"
L’associazione Piccola Pesca sta ultimando lo sgombero nella spiaggia sul lungomare Palestro di Porto Recanati, dopo che ha rinunciato a rinnovare la concessione demaniale. I pescatori si appoggeranno, per ora, nel porticciolo di Porto Potenza. Intanto, la Capitaneria di porto ha voluto chiarire "che questo comando non ha emesso alcuna ordinanza di sgombero, essendo la competenza comunale".
Il presidente della Piccola Pesca, Stefano Panetti, chiede al sindaco Andrea Michelini di trovare una soluzione per far tornare l’associazione in città. "Si è voluto far passare un messaggio in cui noi non ci riconosciamo – scrive Panetti in una lettera aperta –. Ammettiamo l’errore sulla revoca, ma bisogna chiarire perché si è arrivati a questo. Sono sempre stato contrario a ciò, ma è innegabile che ormai ci fosse troppa spiaggia per poche barche. Parliamo di circa 2.220 metri quadrati occupati prima da venti unità, ora da quattro. Lei parla di canone minimo, ma noi conferivamo all’erario 5.800 euro, contro i 3.400 del canone minimo, a cui si aggiungono 2.400 euro di tassa rifiuti. Nel nostro incontro a febbraio 2023 – aggiunge –, con largo anticipo rispetto alla scadenza della concessione, avevo detto che se per assurdo fosse rimasta una sola imbarcazione, questa si sarebbe dovuta accollare l’intera spesa. Il culmine è stato raggiunto a ottobre 2023, quando tutte le nostre proposte sono state rifiutate da lei: “No alla riduzione della spiaggia, causa Bolkestein. No alla riduzione della tassa rifiuti. No a un contributo da mettere in relazione con un eventuale pezzo di spiaggia lasciato al Comune“. Troppo facile infierire ora, tacciandoci per autolesionisti".
Ma le recriminazioni non finiscono qua. "Tutto si è giocato sulla famigerata Bolkestein, che assomigliava a Frankenstein – riprende Panetti –. A causa di questa, ci è stato sempre negata ogni modifica. Ma dopo nostre pressioni a livello nazionale, regionale e comunale abbiamo appreso il 27 maggio che la categoria, in quanto produttiva, non rientrava nella direttiva europea. Questa sì, la beffa finale! Se a febbraio 2023 si poteva fare qualcosa, perché non si è fatto nulla? Potete comprendere la nostra rabbia. L’associazione è viva e sta aspettando che l’amministrazione Michelini, liberata l’area, emetta un nuovo bando riducendo l’attuale concessione, come avevamo chiesto. Mi auguro il ritorno della Piccola Pesca nel suo luogo naturale e che non venga ostacolata da ulteriori pasticci burocratici che cancellerebbero, in maniera definitiva, la nostra storia marinara".