
Calci e pugni in sacrestia. Kickboxing, manca la palestra. Il parroco ospita gli allenamenti
È stata proprio una vittoria "divina" quella di Alessandro Bellesi, allievo della Kick Boxing Petriolo. Il titolo nazionale categoria Juniores è stato il primo per l’associazione sportiva appena nata, rimarrà storico ed è specialissimo in quanto scaturito da una bizzarra commistione di sacro e profano. L’associazione creata a gennaio (anche se i ragazzi si allenano da quattro anni) e che vanta una ventina di tesserati dai dieci anni in su, non ha infatti una sede vera e propria, ed è costretta ad utilizzare per le sedute addirittura una sacrestia. Si combatte insomma nella Casa del Signore come talvolta capitava tra Peppone e Don Camillo! Ma qui calci e pugni sono veri e pure… benedetti. Come è possibile? La risposta la dà il maestro Mirko Montecchia, già pioniere della disciplina in provincia. "Purtroppo non abbiamo una nostra sede, non c’è una palestra e allora ci siamo rifugiati nella sacrestia della chiesa dei Santi Martino e Marco".
Ma con i sacchi e combattendo vicino al Crocifisso?
"Esattamente. Ci alleniamo negli orari a ridosso della messa. La sacrestia in realtà non è più usata in quel modo, bensì come spazio per il catechismo ma siamo comunque sotto l’appartamento dello storico parroco don Sante".
Quindi lui passa e vi vede all’opera?
"Sì e talvolta ci dà la benedizione!".
In paese non c’è nessuno che storce il naso per la location?
"No, nei nostri confronti c’è sempre stata solidarietà. Poi i mercoledì ci alleniamo in giro per Petriolo e ai ragazzi faccio fare corse sui dislivelli tipici del borgo. Facciamo un po’ come Rocky in Russia contro Ivan Drago! E gli anziani ci seguono con curiosità".
Lei è cattolico e praticante?
"Io in verità no, ma ho totale rispetto".
Non è che questa situazione l’ha avvicinata alla religione?
"Sì. Mi ha fatto capire che non tutte le persone e non tutti i preti sono uguali e nel nostro caso la chiesa ha fatto la chiesa, ci ha accolto ed aiutato".
I ragazzi come vivono questa esperienza?
"Molto bene, non abbiamo perso nessun iscritto, ricordo che lo stesso Bellesi ad un certo punto ci ha lasciato per andare in una struttura attrezzata, ma poi è tornato".
Oltre alla solidarietà e simpatia degli abitanti vi servirebbe un aiuto un po’ più concreto…
"Purtroppo la palestra della scuola è stata buttata giù per i danni del terremoto, ma poi non è stata ricostruita e non abbiamo nulla in paese. L’ideale sarebbe una struttura specifica, considera che adesso non abbiamo nemmeno il ring. In pratica i ragazzi arrivano alle gare e debuttano sul ring direttamente lì. Aggiungo che entro settembre dovremo pure lasciare gli attuali spazi, perché la Diocesi vuole usarli unicamente per il catechismo e a fini ricreativi. Ci sta. L’amministrazione ci ha rassicurato, ha detto che troverà un posto per noi. Speriamo".