REDAZIONE MACERATA

Cambi di casacca in maggioranza. Trasloco per sette consiglieri, ora Parcaroli ha numeri risicati

Da Leombruni in FdI alla fine della lista del sindaco: stravolta la geografia del centrodestra in Comune. Con lo strappo di Cingolani e Bini, il primo cittadino adesso può contare solo 15 voti sicuri su 32.

Il sindaco Sandro Parcaroli (Calavita)

Il sindaco Sandro Parcaroli (Calavita)

Superato l’ennesimo giro di boa, l’amministrazione Parcaroli si appresta a governare per l’ultimo anno con una maggioranza in consiglio comunale decisamente cambiata rispetto a come era stata eletta quattro anni fa dai cittadini. Diversi, infatti, i cambi di casacca che si sono succeduti. Il caso più eclatante è quello della civica Sandro Parcaroli Sindaco che, dai quattro componenti iniziali, oggi non ne conta più nemmeno uno. La prima ad andarsene fu Romina Leombruni, poi approdata a FdI. Ad aprile scorso, è stata Sabrina De Padova ad abbandonare la lista per passare al Gruppo misto. Lunedì scorso, infine, gli ultimi due "superstiti" della civica, Alessandro Bini e Sabrina Cingolani hanno deciso di fondare "Pensiero e Azione". A portare avanti il gruppo civico, che nel 2020 prese ben il 10%, restano solo due esponenti in giunta: gli assessori Katiuscia Cassetta e Silvano Iommi. Ha perso componenti anche la Lega che, dopo essere uscita dal voto con ben nove consiglieri, oggi ne conta appena sei, dato che Giordano Ripa e Claudio Carbonari (ex capogruppo) sono passati al Misto, mentre Andrea Blarasin ha scelto FdI. In tutti questi spostamenti esce rafforzata Fratelli d’Italia che da quattro componenti iniziali, sale oggi a sei e, quindi, arriva ad avere lo stesso peso della Lega, nonostante nel 2020 ci fossero ben nove punti percentuali a dividere i due partiti. Continua a tenersi fuori dalle tensioni Forza Italia che conferma i due consiglieri con cui era partita: Sandro Montaguti e Barbara Antolini. Stesso discorso per l’Udc con Antonella Fornaro. Ora per Parcaroli i numeri in Consiglio iniziano a essere risicati, visto che Cingolani e Bini hanno già fatto sapere che decideranno di volta in volta se votare o meno con la maggioranza. Conti alla mano, oggi il sindaco può fare affidamento solo su 15 consiglieri sicuri su 32.