FRANCO VEROLI
Cronaca

Centro dialisi e Torrette, c’è l’intesa. Stop allo spostamento dei pazienti: "Riduciamo anche le liste d’attesa"

Il professor Carbonari e la dottoressa Pezzotti faranno gli interventi per la fistola artero-venosa a Macerata, Camerino e Civitanova. Sopranzi, direttore di Nefrologia: "Prima seduta fatta giovedì" .

Franco Sopranzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Macerata

Franco Sopranzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Macerata

La fistola artero - venosa (Fav) è attualmente il modo migliore per trattare i pazienti con insufficienza renale cronica, poiché consente un efficace accesso vascolare per effettuare, tre volte a settimana, la circolazione extracorporea con la macchina di dialisi. Molto meglio del tradizionale catetere, consiste nel collegamento fra un’arteria e una vena per far defluire il sangue, che scorre nel sistema arterioso, direttamente in quello venoso saltando il circolo capillare. Per crearla serve un piccolo intervento chirurgico, da affidare – però – a mani esperte.

Come quelle del professor Luciano Carbonari, dell’ospedale di Torrette di Ancona, al quale – non a caso – si rivolgono persone provenienti da tutte le Marche e anche da fuori regione. "D’intesa con la direzione dell’Ast – spiega Franco Sopranzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Macerata – abbiamo sottoscritto una convenzione con Ancona in base alla quale, una volta al mese, il professor Carbonari e la dottoressa Piera Pezzotti raggiungono il centro dialisi di Macerata, oppure Civitanova o Camerino, per allestire la fistola senza dover trasferire il paziente nel capoluogo regionale. La prima seduta c’è stata giovedì e ha riguardato un paziente di Civitanova e due di Macerata". Il Centro Dialisi di Macerata, già da tempo si avvale della professionalità del professor Carbonari. "Fino ad oggi, però – spiega Sopranzi – accompagnato da un infermiere, dovevamo trasportare il paziente ad Ancona dove, nell’arco di una giornata, veniva sottoposto all’intervento. Ma il dottor Carbonari è punto di riferimento nazionale: le richieste sono andate via via crescendo e, di conseguenza, si sono allungate le liste d’attesa. Tutto, insomma, è diventato più difficile".

Di qui l’idea di non spostare i pazienti, ma di far venire da noi il professor Carbonari e la dottoressa Piera Pezzotti. "In questo modo – evidenzia il direttore della Nefrologia – raggiungiamo contemporaneamente diversi obiettivi. Il primo è la riduzione dei tempi di attesa per allestire la fistola; il secondo, non meno importante, è la riduzione del disagio correlato alla necessità del paziente di trasferirsi all’ospedale di Ancona; il terzo è che, in questo modo, cerchiamo di ridurre sempre di più il ricorso al posizionamento di un catetere per gli emodializzati". E le cose sono state fatte per bene. "Si tratta di un piccolo intervento chirurgico, ma che necessita comunque di una sala operatoria. Grazie anche alla collaborazione di Daniele Elisei, che coordina l’utilizzo delle sale, abbiamo fatto in modo che questa attività – come accaduto giovedì – sia svolta di pomeriggio, senza interferire con gli interventi ordinari". Una opportunità in più per consolidare gli interventi a sostegno dei malati: solo tra Macerata e Camerino si contano 130 emodializzati; sono 105 i trapiantati di rene seguiti dall’Unità operativa diretta da Franco Sopranzi.