Una chiesa del Preziosissimo Sangue gremita ha salutato ieri mattina, per l’ultima volta, il portorecanatese Nazareno Giorgetti (nella foto), l’ex dirigente e allenatore portorecanatese di basket e di calcio morto domenica sera, a 84 anni. A partecipare al funerale c’erano diverse generazioni di concittadini, tra cui il sindaco Andrea Michelini. Infatti Nazareno, per tutti "Neno", era stato per decenni uno dei punti di riferimento dell’oratorio Don Bosco, nonché organizzatore di tanti tornei sportivi. E proprio questo è stato sottolineato da don Wieslaw Dec, che ha officiato la messa, durante l’omelia. "Tutti siamo stati attratti dalla grandezza di quest’uomo, salesiano nei fatti – ha detto il sacerdote –. Penso all’ultima periodo di malattia vissuto da Neno, che ha affrontato in maniera serena. Lui ha sofferto con fede e pazienza. Un po’ come Gesù che decise di andare a Gerusalemme, consapevole che là lo avrebbe aspettato la croce. Neno ci accoglieva con i suoi occhi gioiosi e adesso starà in paradiso a organizzare ancora delle partite per i suoi amati ragazzi". Ma non sono mancate tante altre testimonianze di affetto. "Ci si voleva bene in modo incondizionato – ha ricordato un ‘amica di famiglia, Mariangela Mangiaterra –. Ci hai cambiato la vita, perché la tua famiglia era costituita dalla bellezza di stare assieme. E la malattia non ha mai sconfitto la tua grande fede".
A parlare anche Davide Paolini, ex presidente del comitato Marche delle Federazione italiana pallacanestro, visto che Giorgetti aveva ricoperti diversi incarichi regionali nel mondo del basket. "Zio Neno, così lo chiamavano tutti, ha cresciuto intere generazioni di cestisti – ha osservato Paolini -. E forse non siamo riusciti a dare ciò che invece lui ci ha dato, grazie alla sua precisione e alla sua pignoleria. Neno, ti vogliamo un mondo di bene". Trepidanti anche le parole del nipote Lorenzo. "Tutti ti ricordano qui come una grande persona, un uomo di sport – ha detto il giovane –. Ma io ti ricordo come nonno, quello che mi portava a vedere i treni, a lanciare i sassi o ancora che mi rincorreva in bici. Eri l’anima della famiglia e ricorderò tutti i bei momenti passati insieme. Quello che sono oggi è merito tuo". Mentre l’Unione degli ex allievi di Don Bosco ha ricordato "lo spirito da vero cristiano di Neno, in una vita condotta sulla traccia di San Giovanni Bosco". Subito dopo, l’uscita del feretro dalla chiesa e poi l’ultimo viaggio in direzione del cimitero.