CHIARA SENTIMENTI
Cronaca

"Covid, il conto più salato è per le lavoratrici"

Lambertucci (Centri per l’impiego): le restrizioni hanno colpito soprattutto l’occupazione femminile, ora è difficile recuperare terreno

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di Chiara Sentimenti

Incentivare l’imprenditoria femminile, sostenere le donne che vogliono aprire nuove partite Iva e rimettersi nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività. Questi i temi su cui la consigliera provinciale di parità Deborah Pantana cercherà di far convergere le forze del territorio per ridare slancio a un mondo femminile fortemente piegato, ma non abbattuto, da questi due anni di pandemia. In occasione della Festa della donna, infatti, la consigliera Pantana – insieme alla consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità, Laura Sestili, e a Teresa Lambertucci, dirigente dei centri per l’impiego di Macerata, Tolentino e Civitanova – ha fornito alcuni dati che dimostrano come la situazione per le donne non sia stata facile negli ultimi due anni. "A inizio pandemia, in provincia, l’occupazione femminile ha sofferto meno di quella maschile, rispetto ad altre regioni d’Italia – ha spiegato Lambertucci –, visto che il tasso di occupazione femminile è sceso dell’1,7%, rispetto a quello maschile, sceso del 2,5%. E anche l’aumento degli inattivi ha colpito più gli uomini che le donne. Le restrizioni anti-Covid, però, hanno pesato molto di più sul lavoro femminile, perché sono stati colpiti settori come il commercio, la ristorazione e i servizi alla persona che tradizionalmente vedono un maggiore impiego di donne. Nel 2021, quindi, i disoccupati iscritti ai centri per l’impiego sono 16.577, di cui il 56,7% donne, per lo più nelle fasce di età tra i 35 e i 39 anni (61,3%) e tra i 40 e i 44 anni (59,6%)". Lo scorso anno, inoltre, la ripresa della domanda di lavoro nel nostro territorio è stata più bassa, con un 15,5%, rispetto alla media regionale, che si è attestata al 18,1% e ha interessato più gli uomini rispetto alle donne. Dato confermato dalla percentuale di assunzioni femminili che nella nostra provincia si attesta al 45,2% contro il 47% a livello regionale. Questo significa che le donne, una volta uscite dal mondo del lavoro, fanno più fatica a rientrarci. In controtendenza sono le donne che hanno un grado di istruzione elevato, come una laurea o un titolo post laurea, che rientrano più facilmente nel mondo del lavoro rispetto agli uomini. Per cercare di diminuire il gap occupazionale del mondo femminile possono venire in aiuto i fondi del Pnrr, che prevede proprio una missione specifica per le politiche del lavoro, su cui la Regione si sta già muovendo. "Gli obiettivi – ha concluso Lambertucci – sono quelli di potenziare le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, supportare la creazione di imprese femminili e ridurre il gap gender nei luoghi di lavoro e nelle carriere". Su questo fronte, la consigliera Pantana vorrebbe "organizzare per settembre un festival del lavoro a femminile".