REDAZIONE MACERATA

Da Civitanova al Vettore in 21 ore. L’ultima impresa di Fabio Messi

Il runner 63enne da zero a 2.476 metri in meno di un giorno: "Esperienza magnifica"

Il runner 63enne da zero a 2.476 metri in meno di un giorno: "Esperienza magnifica"

Il runner 63enne da zero a 2.476 metri in meno di un giorno: "Esperienza magnifica"

Partenza a mezzanotte da Civitanova e alle 21.05 arrivo sulla cima del Vettore, dopo aver percorso correndo e camminando 118 chilometri: ecco l’ultima impresa (realizzata giovedì scorso) di Fabio Messi, il maceratese di 63 anni che ora vive ad Amandola, tesserato per l’Acli Macerata. "Un’esperienza magnifica – racconta – incontrare tutti quei paesi lungo la Faleriense, andare nei bar per prendere acqua o qualcosa di salato o dolce, perché quando fai simili imprese c’è da buttare giù molti carboidrati e liquidi. E meno male che ho potuto contare sul supporto di Luca Natali che mi ha seguito, perché lui mi ha rifornito di acqua e di cibo quando i bar erano chiusi". Messi non è nuovo a questi exploit. "Faccio gare di endurance, un mese fa – ricorda – ho partecipato alla 160 km del Monviso in 39 ore". E l’anno scorso ha scalato in solitaria 28 cime dei Sibillini che superano i duemila metri. "Quell’esperienza – racconta – covava in me da tre anni e non l’ho detto a nessuno, è stata complicata sul piano logistico". Il tragitto fino al Vettore è molto impegnativo. "Tantissimo, in prevalenza ho corso e poi ho camminato, c’è molta stanchezza e dolore ai piedi". Si corre di notte. "È speciale. Andando verso l’entroterra non ho incontrato nessuno e sono stato solo con me stesso. In quei frangenti – racconta Messi, ora in pensione dopo avere lavorato come autista alla Smea e poi al Cosmari – penso a tutto, ai miei che non ci sono più, alle prossime gare. Non uso mai le cuffiette perché ti proiettano in un mondo non reale, a me piace sentire il vento, gli uccelli, le foglie secche che scricchiolano sotto i piedi, ascoltare i rumori del bosco". Non capita tutti i giorni incontrare chi porta a termine certe imprese. "A volte – spiega – mi chiedono in quanti giorni arrivo alla meta e io rispondo nel giro di qualche ora. Porto con me lo zainetto dove metto le borracce e una giacca. Gli amici mi dicono che sono un po’ matto, forse lo sono davvero ma c’è chi fa cose ancora più eclatanti". Per esempio? "Il tour dei giganti con i suoi 330 km e 24mila metri di dislivello positivo, abbraccia l’intero territorio valdostano". E chissà, un giorno Messi potrebbe parteciparvi. "Credo che nello sport la sofferenza debba pareggiare il divertimento, non fa per me quando prevale la prima".

l. mon.