PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Giovane padre in coma dopo il pestaggio Arrestati due albanesi per tentato omicidio

Incastrati dalle telecamere, polizia a caccia di un terzo uomo. La mamma: "Adesso devono pagare per quello che hanno fatto"

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di Paola Pagnanelli

Accusati di tentato omicidio per l’aggressione brutale di un uomo in corso Cavour, sono finiti in carcere ieri mattina Orges Falli, di 34 anni, ed Enrriko Jashari, di 22, albanesi residenti in città. La vittima del pestaggio, Daniele Vecellio, padre di una bimba di pochi mesi, era stato preso a calci e pugni anche quando era a terra ed era finito in coma, ma ora per fortuna si è ripreso ed è tornato a lavorare. Il fatto era successo il 16 gennaio scorso. Nel tardo pomeriggio, fuori da un bar di corso Cavour Vecellio era stato picchiato da almeno due persone, che poi erano scappate lasciandolo in fin di vita. Mentre lui veniva portato a Torrette, in condizioni critiche, la Volante accorreva sul posto per raccogliere i primi elementi sull’accaduto, e poi sono iniziate le indagini della Squadra mobile, concluse ieri con i due arresti.

"Un’aggressione che, come si vede dalle immagini delle telecamere della zona, denota una grande codardia da parte dei due uomini", ha commentato il questore Vincenzo Trombadore dando la notizia degli arresti. Il procuratore Giovanni Giorgio, che ha coordinato le indagini con il sostituto Rita Barbieri, ha ricordato i due episodi avvenuti nel giro di meno di un mese, prima "il gravissimo omicidio commesso a Montecassiano, e poi questa vicenda a Macerata, con una persona presa a calci e pugni anche quando era già a terra. Siamo in presenza di un fatto brutale, ma ancora una volta si evidenzia la positività della presenza sul territorio dei sistemi di videosorveglianza: possono apparire lesivi della privacy, ma dal punto di vista investigativo in questa e in altre vicende la videosorveglianza ci ha aiutato a identificare le persone coinvolte nei fatti. Qui sono stati individuati due soggetti. Ce ne sarebbe un terzo, non è stato ancora individuato ma confidiamo di farlo. Le indagini sono partite con un elemento che poteva essere un ostacolo: la vittima non ha saputo dire nulla su quanto accaduto. Non riteniamo abbia detto il falso. Gli investigatori hanno fatto un lavoro paziente. E poi mi preme ancora una volta elogiare il senso civico dei maceratesi, pronti a collaborare con forze dell’ordine e la magistratura". Sul posto si erano trovati una coppia di maceratesi e un amico della vittima, che hanno dato le prime indicazioni. "Fondamentali sono state le dichiarazioni dei testimoni – ha aggiunto il capo della Squadra mobile Matteo Luconi – oltre all’analisi delle immagini delle telecamere. I filmati parlano chiaro in ordine alla violenza cieca e alla efferatezza che hanno manifestato i due autori materiali del fatto". Il giovane papà aveva riportato un trauma cranico, emorragie e microsanguinamenti cerebrali, ematomi, trauma facciale: si era risvegliato un mese dopo, senza ricordare nulla. Alla luce di queste lesioni, su cui la procura ha disposto una consulenza medico legale, è stata ipotizzata l’accusa di tentato omicidio a carico dei due albanesi. Ipotesi al momento condivisa dal gip Claudio Bonifazi, che ha disposto le misure cautelari a Montacuto per i due. Alla base della misura cautelare, soprattutto il pericolo di inquinamento delle prove, visto che i due albanesi, messi sotto controllo dalla polizia, avrebbero contattato alcune persone – con la complicità di una loro amica – per non essere coinvolti nella vicenda. Il procuratore ha espresso soddisfazione per la conclusione delle indagini, e ha ringraziato gli agenti della Mobile. Soddisfatti anche i familiari della vittima: "Che possiamo dire – si limita a commentare la mamma Graziella Giorgi –, se li hanno presi siamo contenti, ora speriamo che paghino per quello che hanno fatto". Nei prossimi giorni i due compariranno in tribunale per gli interrogatori di garanzia. In quella sede potranno dare la loro versione e respingere quelle che al momento sono le accuse nei loro confronti.