LUCIA GENTILI
Cronaca

"Green pass, le nozze diventano un rebus"

Gli operatori si preparano a ripartire: dobbiamo recuperare anche i matrimoni dell’anno scorso, ma ci sono ancora troppe incertezze

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di Lucia Gentili

Riparte il settore del wedding, ma dal 15 giugno e con il green pass. Lo ha stabilito il governo nella cabina di regia per le riaperture tenutasi lunedì scorso. Gli invitati dovranno avere in tasca la certificazione verde, ma non c’è ancora certezza sul numero massimo di partecipanti per gli eventi all’aperto e per quelli al chiuso: la cifra è allo studio del Comitato tecnico scientifico. Gli operatori confidavano nell’avvio dal primo giugno, come proposto dalla conferenza della Regioni. Voglia di dirsi sì c’è, anche perché in questa stagione andranno in scena anche i matrimoni rinviati lo scorso anno, e ci si sposerà anche nei giorni feriali pur di non rimandare per la quarta (se non di più) volta.

Matrimoni, il green pass è già un caso

"Quando abbiamo saputo del green pass è stato un colpo al cuore – esordisce Aurora Gazzani, responsabile di Gazzani Villa e Catering di Civitanova –. È partita subito la ricerca alle convenzioni con le cliniche per avere i tamponi a prezzi calmierati, considerando che un invitato di solito ha pure le spese per i vestiti e il regalo. Poi per fortuna è arrivata la bella notizia della validità del green pass anche dopo 15 giorni dalla prima dose. Così se le vaccinazioni procedono regolarmente, buona fetta della popolazione sarebbe coperta. Con lo slittamento della ripartenza al 15 giugno abbiamo perso un matrimonio (una coppia ha rinunciato al ricevimento), mentre tutti gli altri futuri sposi si diranno sì tra luglio e settembre. Saranno mesi intensi. Una decina di coppie con invitati dall’estero e da fuori regione ha rinviato invece al prossimo anno. È difficile fare una programmazione perché mancano certezze. Ci auguriamo almeno che il numero degli invitati sarà stabilito in base alla capienza della sala". "Il via al 15 giugno – aggiunge Monaldo Lucamarini del Casolare dei Segreti di Treia – ha portato con sé il rinvio per quattro coppie. I week end sono ormai pieni, per cui quest’anno avremo matrimoni anche nei giorni infrasettimanali. Quasi tutti faranno il ricevimento a pranzo, nel dubbio che il coprifuoco non venga eliminato. Il green pass è un’incognita, spero almeno che chi è già vaccinato abbia qualche limitazione in meno per i tavoli. E che il Cts tenga conto delle metrature dei locali per stabilire il numero degli invitati. Questi giorni arrivano chiamate di continuo dai futuri sposi e ci sono già parecchie prenotazioni per il 2022". "Ci aspettavamo informazioni più precise arrivati a questo punto – dice la wedding planner Daniela Perroni di Glamy Eventi (Monte San Giusto) –. Tra l’altro il 15 giugno capita di martedì, per cui si perde un altro weekend. Non comprendiamo il green pass: perché la cerimonia non viene considerata come un pranzo al ristorante? Il tracciamento dei partecipanti per 14 giorni è pure più semplici avendo l’elenco degli invitati. Come federazione chiediamo allo Stato e alla Regione di considerare da una parte il ricevimento, con le stesse regole della ristorazione, le distanze e i protocolli di sicurezza; dall’altra la festa. E semmai procedere con i tamponi, se necessario, per quest’ultima. Il nostro settore non può essere considerato come l’untore. Abbiamo sempre applicato tutte le regole". "Tanti vestiti sono fermi, in attesa di essere consegnati – afferma Eleonora Filippetti di Gabriella Atelier (Morrovalle) –. Sono in stand-by perché le spose finora hanno aspettato il decreto. Adesso si cerca di sapere il numero degli invitati, anche per poter mandare le partecipazioni".

"Anche noi dobbiamo avere il green pass? – si chiede il fotografo tolentinate Giacomo Attili –. Quest’anno recuperiamo i matrimoni annullati nel 2020 più i nuovi, per cui ho dovuto dire diversi no per evitare accavallamenti. Abbiamo già richieste per l’anno prossimo". Regole anche per musica e ballo. I gruppi, in assenza di barriere anti droplet sui microfoni, dovranno distanziarsi di almeno tre metri dal pubblico. "Comunque non vediamo l’ora di ricominciare – conclude Francesco Bigoni, musicista civitanovese – siamo fermi da ottobre".