Grillo: "Presto per parlare di scontri diretti"

Il difensore argentino Franco Grillo si integra bene nella Maceratese, apprezzando la filosofia di gioco e la vivacità di Macerata. Pronto per la sfida contro la capolista Sangiustese VP.

Grillo: "Presto per parlare di scontri diretti"

Franco Grillo, difensore argentino classe 1999 in forza alla Maceratese

A quasi un mese dall’ufficializzazione del suo tesseramento, parola a Franco Grillo, difensore argentino classe 1999 in forza alla Maceratese. Già noto agli sportivi avendo militato nella Jesina nelle ultime due stagioni di Eccellenza, Grillo sta trovando spazio (da subentrato nelle ultime due gare di campionato, titolare in coppa a Chiesanuova) nella difesa a 3 che caratterizza il gioco di mister Possanzini.

Le piace la filosofia di gioco dell’allenatore? Non è così comune in queste categorie...

"Sì mi piace. Penso sia bella anche per chi ci vede in tribuna, ma di sicuro a me piace avere possesso palla".

E della città di Macerata che ne pensa?

"Fino a settimane fa l’avevo vista Solo in pullman! Ora la sto conoscendo e devo dire che mi piace, è frizzante e dinamica con tutti gli universitari".

Domenica ricevete la Sangiustese VP, insomma capolista contro terza tre punti dietro: uno scontro diretto?

"No dai, è presto per parlare di scontro diretto. A Jesi ho imparato che l’Eccellenza è costante, serve la continuità perché ogni partita, ogni rivale, è buono e può metterti in difficoltà. La Sangiustese gioca al calcio come noi, sarà una bella sfida".

Cosa vuol dire ai tifosi?

"Di farsi sentire come fatto finora, abbiamo sempre avuto un bell’incitamento. Noi daremo il massimo per regalare loro un’altra vittoria".

Lei è argentino di Buones Aires, tifoso del Boca Juniors o del River Plate?

"Non scherziamo, Boca... La Bombonera poi è lo stadio migliore del mondo".

Il suo nome e pure il suo cognome denotano origini italianissime... di dove erano i suoi antenati?

"Ho entrambi i nonni, sia paterno che materno, italiani. Uno era del Friuli e l’altro della Calabria".

Andrea Scoppa