
Sviluppo dell’entroterra, Confartigianato con il presidente Menichelli insiste su una programmazione di qualità che unisca anche la costa e i tanti borghi: "Oggi si cercano luoghi di villeggiatura ’meno battuti’" .
Il sisma del 2016 ha aggravato lo spopolamento dell’entroterra. Ma l’economia delle aree montane ha un potenziale che, se ben convogliato, può essere il fattore trainante di un nuovo sviluppo che punti sul turismo innovativo. Ne è convinta la Confartigianato che ha presentato uno studio che offre importanti spunti di riflessione. Le Marche sono tra le ultime regioni in Italia per numero di Comuni di montagna (il 17,8% del totale), ma con peso maggiore nel Maceratese (il 29,1%) e nell’Ascolano (il 18,2%), mentre nel Fermano la percentuale è ridotta al 2,5%. "Sebbene in un territorio contenuto, l’economia montana del sud delle Marche ha grossi margini di crescita, perché produce numeri di tutto rispetto", sottolinea Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Imprese Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Nel Maceratese le imprese attive, non agricole, nei comuni di montagna nel 2021 hanno prodotto un fatturato di 464 milioni di euro, nell’Ascolano di 452 milioni, nel Fermano di 13 milioni. Una piccola percentuale rispetto al fatturato totale (il 3,2% del totale nel Maceratese, il 4,4% nell’Ascolano e lo 0,2% nel Fermano), ma che genera un valore aggiunto che non può lasciare indifferenti: 141 milioni nel Maceratese (3,3% del totale), 109 milioni nell’Ascolano (4,2%) e cinque nel Fermano (0,2%)".
In questo contesto la linea da seguire è quella di proporre un turismo di tipo nuovo, facendo leva anche sulla consistente presenza delle imprese artigiane nelle aree montane (il 25,3% nella provincia di Ascoli Piceno, il 21,2% nella provincia di Macerata, il 17,9% nella provincia di Fermo).
"Le potenzialità turistiche della nostra montagna sono evidenti e rispondono a quell’esigenza di undertourism che è sempre più ambita nel mercato – prosegue Menichelli –. La ricerca di luoghi di villeggiatura "meno battuti" è in grande crescita. In un’area che sta soffrendo lo spopolamento per problemi che tutti tristemente conosciamo, l’arrivo di turisti consapevoli e interessati può essere di notevole slancio per l’economia. Dobbiamo vedere la nostra montagna come un piccolo scrigno, che può aprirsi ad un turismo che non deve guardare ai grandi numeri, ma offrire turismo di qualità". Il nostro entroterra, per conformazione e autenticità, ha tutte le caratteristiche per conquistare una nuova fetta di pubblico. "Le Marche – continua il segretario generale dell’associazione – sono terra di turismo esperienziale, tendenza che in Italia ha segnato nel solo 2022 ben 352 milioni di esperienze sul totale degli arrivi nazionali. Un comparto che punta sulla riscoperta dei luoghi inesplorati e che alimenta un giro d’affari di 265 miliardi di euro".
In questa sfida l’artigianato gioca un ruolo chiave. "Non dimentichiamoci infatti – conclude Menichelli – che gran parte delle produzioni artigianali di pregio, il fiore all’occhiello della nostra offerta, provengono dai piccoli centri. In Italia, su 297 tipicità, 268 sono nate nei piccoli Comuni. Nelle nove province colpite dal sisma del 2016 si contano 22 prodotti certificati tra Dop e Igt. In questi luoghi le imprese artigiane alimentari sono il 6,3% del totale. Bisogna creare una concreta programmazione coordinata sviluppando in modo complementare il turismo balneare insieme a quello dei borghi e del nostro entroterra, ricercando di nuove proposte".