
Nella cittadina leopardiana si teme per il cedimento delle antiche fontanelle in ghisa risalenti al periodo fascista. Una di esse, situata vicino a casa Leopardi, mostra segni di deterioramento. Le fontanelle sono legate alla storia dell'acquedotto e della pavimentazione cittadina, ricche di dettagli storici.
Salvate le antiche fontanelle in ghisa presenti nella cittadina leopardiana che mostrano segni di cedimento. Di fattura molto bella, queste fontanelle risalgono al periodo del ventennio fascista. Una in particolare è posta in un angolo della piazzuola del Sabato del Villaggio, davanti a casa Leopardi, punto di ristoro per molti turisti. La fontanella si presenta in alcuni tratti mancante di materiale e leggermente piegata a causa del cedimento del suo basamento.
Tutte le fontanelle ancora presenti in città sono state istallate con l’evento della costruzione della linea dell’acquedotto eseguita i primi del Novecento, e contestualmente fu costruita la prima torre dell’acquedotto di S. Agostino, nel centro storico, la parte bassa, poi alzata negli anni ‘50. Oggi la torre dell’acquedotto, per la sua maestosità, viene spesso fotografata da molti turisti che la scambiano per la torre del Passero Solitario.
Le linee idriche del centro storico furono ricostruite di maggiori dimensioni negli anni ‘50 e le fontane pubbliche sono state ampliate di numero e sostitute nel ventennio. Lungo le strade, fino a che non hanno rifatto la pavimentazione, erano visibili anche i tombini in ghisa con lo stemma del Fascio: allora la pavimentazione stradale era fatta di pietra, mentre i piazzali sono di mattoni posizionati in modo verticale per resistere al passaggio delle carrozze. Lo stesso Monaldo Leopardi scrive che il passaggio delle carrozze non alza più la polvere, ma con la costruzione della pavimentazione fa un baccano tremendo. La prima pavimentazione fu costruita con i mattoni realizzati con i recuperi di alcune torri abbattute. Antonio Tubaldi