
La mamma era diretta al Salesi, ma la bimba è venuta al mondo nell’ambulanza della Croce Gialla
Era tempo che venisse al mondo, ma nell’ultimo tratto ha accelerato. Così Matilde è nata martedì alle 22 in un’ambulanza della Croce Gialla, all’uscita dell’A14 di Porto Recanati. Protagonista una coppia di Civitella del Tronto, che proprio martedì mattina si era recata all’ospedale Salesi di Ancona, dai cui sanitari la donna, con una gravidanza ormai a termine, era seguita. Tutto è risultato regolare, Matilde sembrava ancora tranquilla nel grembo materno e moglie e marito hanno preso la strada del ritorno. Nel tardo pomeriggio, però, sono arrivate le prime contrazioni. La coppia si è rimessa in viaggio verso il Salesi. Ma le contrazioni sono aumentate in un continuo crescendo, e il marito ha realizzato che non c’era tempo per raggiungere Ancona. Così ha deciso di allertare i soccorsi, uscendo al casello di Porto Recanati dove sono arrivate due ambulanze. Medici e infermieri sono intervenuti e la bambina è nata per la gioia dei genitori e dei soccorritori. "Questa volta siamo in duplice azione – hanno scritto su Facebook gli operatori della Croce Gialla – a causa di una meravigliosa bimba che aveva fretta di nascere. Congratulazioni alla mamma e al papà. Benvenuta a bordo, piccola". Successivamente mamma e figlia, entrambe in buone condizioni sono state trasferite all’ospedale di Civitanova.
Non è la prima volta che in provincia una donna partorisce in ambulanza. Anzi, nel Maceratese i casi sono piuttosto frequenti. È accaduto il 27 marzo 2017 a Recanati, l’8 gennaio 2020 a Passo di Treia, il 29 marzo 2020 a Ussita e lo scorso 16 ottobre a Urbisaglia. "Il parto può insorgere in maniera imprevedibile, specie se si tratta del secondo o terzo figlio" sottolinea Mauro Pelagalli, direttore del Dipartimento materno infantile di Macerata. "Sono casi più frequenti di quanto si possa pensare. Per questo ogni anno organizziamo due corsi per gli operatori del 118 sulla nascita in ambulanza o in condizioni critiche extraospedaliere".
Franco Veroli