PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

L’omicidio di Rosina torna in aula, il processo d’appello parte a marzo

In primo grado l’ergastolo al nipote Enea Simonetti: ricorso sia della procura che della difesa del 24enne

Arianna Orazi seguita dal figlio Enea Simonetti  fuori dal tribunale  di Macerata,  prima di un’udienza  (foto Calavita)

Arianna Orazi seguita dal figlio Enea Simonetti fuori dal tribunale di Macerata, prima di un’udienza (foto Calavita)

Macerata, 23 gennaio 2024 – Torna in aula l’omicidio di Rosina Carsetti, la 78enne trovata senza vita in casa sua a Montecassiano la sera della vigilia di Natale del 2020: la corte d’assise di appello di Ancona riesaminerà il caso il 13 marzo. Per quel delitto, in primo grado è stato condannato all’ergastolo il nipote dell’anziana, il 24enne Enea Simonetti.

Il marito e la figlia della donna, Enrico e Arianna Orazi, anche loro in un primo momento accusati dell’omicidio, erano stati accusati di simulazione di reato a due anni di reclusione. Quella sera, al momento di chiamare i soccorsi, la famiglia disse che in casa, mentre Enea era al supermercato a fare la spesa, era entrato un rapinatore, che aveva legato Arianna Orazi, chiuso il padre in bagno e ucciso Rosina, prima di portare via dei soldi. Una versione a cui non ha mai creduto nessuno, e che i carabinieri del Reparto operativo avevano smontato con una serie di riscontri e con le intercettazioni.

Alla fine del processo, la corte d’assise di Macerata aveva ritenuto che non ci fosse la premeditazione perché la rapina era stata simulata male, che i maltrattamenti tra familiari fossero reciproci, e che la motivazione del gesto violento fosse nel turbamento di Enea, alle prese con un nuovo impegno lavorativo, la pizzeria che la famiglia stava comprando per lui, e in difficoltà con la nonna dal pessimo carattere. In aula, nella penultima udienza del processo in primo grado, il ragazzo aveva reso una lunga deposizione, prima accusando il nonno, e poi la mamma e il nonno.

Contro la sentenza di primo grado hanno fatto appello sia il sostituto procuratore Vincenzo Carusi, che aveva chiesto l’ergastolo anche per Arianna Orazi, sia l’avvocato Valentina Romagnoli, difensore del 24enne. Nessun ricorso avevano fatto invece gli avvocati Olindo Dionisi e Barbara Vecchioli per Arianna ed Enrico Orazi.