Omicidio Rosina, la procura fa appello: "Va condannata anche Arianna". Ed Enea ricorre contro l’ergastolo

Si va verso il p rocesso di secondo grado per l’omicidio della 78enne a Montecassiano I difensori del nipote: "Sentenza frutto di pressione e fretta impressi dall’opinione pubblica"

Macerata, 29 aprile 2023 – Passa alla corte d’assise d’appello l’omicidio di Rosina Carsetti, la 78enne uccisa in casa a Montecassiano il 24 dicembre 2020. In primo grado, l’assise di Macerata ha condannato all’ergastolo il nipote dell’anziana, Enea Simonetti, e a due anni per simulazione di reato Enrico ed Arianna Orazi, cioè il marito e la figlia della vittima, che inventarono la storia di un rapinatore. Ora la procura chiede di condannare Enea e anche Arianna per l’assassinio, mentre dall’altro lato la difesa del ragazzo parla di un "giudizio morale" sul ragazzo, che avrebbe prevalso sull’accertamento dei fatti. Il sostituto procuratore Vincenzo Carusi, nel suo ricorso di 66 pagine nelle quali non lesina critiche alla sentenza di primo grado, parte dall’accusa di maltrattamenti, dalla quale gli imputati sono stati assolti. Il pm ripercorre le testimonianze di tutti gli amici e conoscenti dell’anziana, ai quali lei aveva confidato le paure per la convivenza con la figlia e il nipote: testimoni bollati come inattendibili dalla corte "senza un accenno a quali siano le molteplici contraddizioni".

Gli avvocati Valentina Romagnoli e Andrea Netti, difensori di Enea Simonetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della nonna
Gli avvocati Valentina Romagnoli e Andrea Netti, difensori di Enea Simonetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della nonna

È invece contraddittorio, per la procura, che la sentenza di primo grado indichi come movente le difficoltà economiche, che in casa scontava solo Rosina, a cui avevano tolto l’auto, devastato il giardino, controllato le telefonate. "Arianna ed Enea avevano un movente formidabile", riprende la procura: i due sapevano che la nonna si era rivolta al centro antiviolenza per denunciarli. Elemento del tutto ignorato dalla corte. Ripercorrendo sopratutto intercettazioni e testimonianze, il sostituto procuratore Carusi chiede la condanna di tutti e tre gli imputati per i maltrattamenti, e per l’omicidio accusa non solo Enea ma anche Arianna.

Parla invece di "pressione e fretta impressi dalla stampa e dall’opinione pubblica" il ricorso degli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, in difesa di Enea Simonetti. "I giudici non hanno colto la abnorme sofferenza patita da un ragazzo, catapultato in una enorme vicenda giudiziaria e mediatica, ove, da un lato, si è visto accusato di fatti gravissimi, dall’altro, ha visto alla sbarra la madre e il nonno, persone a cui era ed è fortemente legato". Secondo la difesa, la corte avrebbe trascurato elementi scientifici che avrebbero dovuto far escludere la responsabilità del ragazzo. Ad esempio in merito al momento della morte dell’anziana, collocato dal consulente della procura tra le 16.30 e le 18.30, quando Enea era in casa, e da due consulenti della difesa tra le 18 e le 18.30. "E poi gli accertamenti telematici e informatici. La corte sostiene che il delitto sia avvenuto tra le 17.15 e le 17.45, perché in quel lasso di tempo Enea non risponde a due messaggi: ma uno è un annuncio della vendita di un attrezzo in una chat a cui Enea non ha mai partecipato, l’altro è la notifica di una persona che lascia un gruppo di auguri di Natale. Arianna invece riceve un messaggio alle 17.41 e cinque minuti dopo risponde, e questo per la corte prova che non sapesse nulla dell’uccisione della madre. Ma alle 17.46 Enea viene spedito al supermercato da Arianna, che in un minuto avrebbe scoperto che Rosina era morta e avrebbe pensato a come tirar fuori il figlio".

I difensori ribadiscono la versione data dal ragazzo in aula: l’anziana sarebbe stata uccisa, non da lui, con una coperta. "Enrico Orazi aveva mani e polsi graffiati, Arianna un dolore alla spalla, tutti elementi nemmeno citati nelle motivazioni della sentenza". Enea per i difensori resta colpevole solo di aver voluto aiutare le uniche persone a cui teneva, la madre e il nonno.