Con uno stratagemma che viene utilizzato spesso sui social si sono procurati dei video a luci rosse di un giovane di Porto San Giorgio e hanno deciso di utilizzarli per ricattare la vittima. Due giovani maceratesi hanno dovuto però fare i conti con i carabinieri che, dopo aver ricevuto la segnalazione della giovane vittima, hanno teso una trappola ai ricattatori e li hanno arrestati.
In manette sono finiti due ragazzi italiani di origini magrebine, residenti nell’entroterra maceratese, rispettivamente di 18 e 19 anni. Per loro è scattata l’accusa di estorsione. C’è anche, una ragazza, una terza complice che è ancora in fase di identificazione.
I militari dell’Arma di Porto San Giorgio, nei giorni scorsi hanno concluso positivamente le indagini avviate a seguito di un caso di cosiddetto revenge porn avvenuto nel comune costiero. I due autori del reato sono stati arrestati in flagranza. Entrambi, in concorso con un’altra persona in corso di identificazione, dietro la minaccia di pubblicare immagini a sfondo sessuale della vittima hanno convinto un giovane sangiorgese al pagamento della somma di 600 euro, fornendo anche specifiche istruzioni sulla consegna del denaro.
A quel punto il ragazzo oggetto del ricatto si è rivolto ai carabinieri, che gli hanno suggerito di pagare la somma richiesta in modo che si potesse organizzare una trappola e cogliere i ricattatori con le mani nel sacco. I militari dell’Arma, dopo aver individuato e cinturato il luogo stabilito per la consegna del contante hanno atteso i due malviventi e li hanno colti nell’atto di prelevare la busta contenente il denaro. Il caso in questione integra il cosiddetto ’revenge porn ’ed è un reato previsto dal codice penale che consiste nella condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite internet, senza il consenso dei protagonisti. Va comunque sottolineato che non sempre il fenomeno della diffusione non consensuale di immagini intime si ricollega a specifiche finalità di vendetta, essendo molto più ampia la gamma delle possibili motivazioni della condotta. In alcuni casi, le immagini sono immortalate da un partner con consenso della vittima, in altri senza che ne sia a conoscenza, in altri ancora la persona offesa può essere vittima di violenza sessuale.