FRANCO VEROLI
Cronaca

Riorganizzazione della sanità. Il Pd contesta il piano dell’Ast: "Macerata ne esce impoverita"

I dem analizzano quanto contenuto nel documento e puntano il dito sulla "perdita di servizi ospedalieri senza una reale motivazione. Nessun accenno su come affrontare la carenza di personale".

L’ingresso dell’ospedale di Macerata. È. drastico il giudizio del Pd locale. sull’Atto Aziendale dell’Ast

L’ingresso dell’ospedale di Macerata. È. drastico il giudizio del Pd locale. sull’Atto Aziendale dell’Ast

Una proposta che impoverisce Macerata e che non dà risposte alle questioni emergenti della sanità, visto che non c’è una visione di prospettiva legata ai mutamenti in corso nella società. E’ drastico il giudizio del Pd di Macerata sull’Atto Aziendale dell’Ast, il documento che ridefinisce l’organizzazione della sanità provinciale, definito un "topolino", peraltro partorito dopo due anni d’attesa dalla legge regionale che lo ha previsto. "Macerata – sottolinea il Pd – esce ancora una volta impoverita pesantemente, visto che perde alcuni servizi ospedalieri importanti, senza che ci sia una reale motivazione che ne spieghi la necessità clinica o organizzativa. La chirurgia tiroidea è già stata spostata da mesi a Civitanova, ma adesso viene sottratta anche formalmente a Macerata; sempre a favore della costa, la Neonatologia dell’ospedale del capoluogo, viene separata dalla Pediatria, con la quale ha funzionato per anni in sinergia; e, poi, si cancella l’Unità operativa complessa di Geriatria in una città - e in un territorio - in cui l’invecchiamento della popolazione è evidente da anni". I dem evidenziano come in provincia, l’aspettativa di vita superi gli 80 anni e la fascia d’età attuale più numerosa è già quella tra i 50 e i 60, ovvero i prepensionabili (ma è di poco inferiore quella successiva, tra i 70 e gli 80). In un contesto come questo, secondo il Pd l’Atto aziendale dell’Ast non si fa carico né della prospettiva di aumento della cronicità come bisogno clinico, che nei prossimi 5/10 anni diventerà il problema dei problemi, né accenna minimamente a come si possa strutturare quell’integrazione socio-sanitaria che, prima dell’allettamento, possa alleggerire le famiglie, e le donne in particolare, dal farsi carico delle condizioni di invalidità dei loro ultra-anziani. "Spesso infatti la cronicità gestita a livello domiciliare precipita velocemente in emergenza nell’ultranziano, e a questo preciso rischio bisogna dare una risposta prima che si verifichi, informando sui servizi esistenti e predisponendo una adeguata rete di residenze protette e residenziali. Ma di tutto questo non c’è traccia nell’Atto aziendale, che neppure accenna a come far fronte alla carenza di personale, soprattutto infermieristico, ma anche medico ospedaliero e di medicina generale". Si parla della Casa di Comunità come già fosse pronta, "ma la realtà è che sono a malapena partiti i lavori". Intanto il pronto soccorso è schiacciato dall’arrivo di codici bianchi e gialli non adeguatamente trattabili da nessun altro livello di servizio territoriale, ci sono liste di attesa dichiarate chiuse, cosa mai accaduta in precedenza, quasi non pervenuta la digitalizzazione della cartella clinica. "A Macerata – conclude il Pd – rimaniamo nell’incertezza, mentre in altre regioni siamo da tempo nell’era della telemedicina. Di fronte ad una situazione del genere registriamo l’assoluta noncuranza di un sindaco e di una maggioranza che, nonostante governino in una filiera politica che è tutta della loro parte, non sono stati capaci di dire una parola".