
L’avvocato Roberto Meriggi difende l’imputata
Per aver chiesto 5 o 10 euro per consegnare i referti ai pazienti visitati in radiologia o ai loro parenti, è stata condannata a un anno di reclusione Laura Cognigni, 60enne civitanovese. La donna però si è sempre detta del tutto innocente.
Era finita sotto processo accusata dei reati di truffa, soppressione o distruzione di atti e falso. Gli episodi che le vengono contestati sono avvenuti tra la fine del 2028 e il 2019. Secondo l’accusa la 60enne civitanovese, assistente amministrativa addetta alla segreteria della radiologia di Civitanova, senza aver mai avuto l’autorizzazione a svolgere l’attività di cassa, ingannava i pazienti dicendo di essere autorizzata alla consegna dei referti per gli esami, chiedendo però per questo piccole somme di denaro, a volte 5 euro, altre volte 10, ai pazienti o ai parenti dei pazienti, come costo per il rilascio della documentazione, ottenendo così un ingiusto profitto economico ai danni dell’Asur. Undici, in base a quanto ricostruito con le indagini, gli episodi di cui era stata chiamata a rispondere. In alcuni casi avrebbe detto che pagando lei si poteva evitare la coda alla cassa, in altri avrebbe assicurato che avrebbe poi riversato la somma all’ufficio competente, oppure avrebbe finto che fosse necessaria qualche delega e che pagando lei si evitava una trafila più complicata.
Ma questo comportamento aveva insospettito alcuni pazienti, che lo avevano segnalato alla direzione. Così erano partiti sia l’accertamento interno dell’azienda sanitaria che le indagini dei carabinieri. E quando i militari, il 9 settembre 2019, erano andati a fare un controllo allo sportello, avevano trovato 31 buste contenenti i referti degli esami di pazienti sottoposti a controlli radiologici, e due moduli per il ritiro dei documenti fatti a pezzi e gettati nel cestino della carta straccia.
Secondo l’accusa, sostenuta ieri in aula dal pubblico ministero Rocco Dragonetti, la donna avrebbe chiesto a undici persone di pagare le somme di denaro per ritirare il cd con i referti relativi agli esami. E accogliendo la richiesta della procura, ieri mattina in tribunale a Macerata, il giudice Vittoria Lupi ha condannato la 60enne a un anno di reclusione. L’imputata, difesa dall’avvocato Roberto Meriggi, ha sempre negato le accuse dicendosi del tutto innocente. Ora la difesa valuterà l’appello. L’Asur si era costituita parte civile al processo, con l’avvocato Angelo Borrelli.
Chiara Marinelli