Terremoto a Macerata, ottocento edifici inagibili. "Presto i lavori in Comune"

Sono 752 i palazzi non agibili, a cui si sommano i 50 pubblici tra cui il Comune e l'Auditorium San Paolo

La conta degli edifici inagibili

La conta degli edifici inagibili

Macerata, 25 marzo 2018 - Terremoto, un anno e mezzo dopo: completata dall’ufficio Protezione civile del Comune l’emissione delle ordinanze, sono 802 gli edifici inagibili con diversa gravità, tra quelli pubblici e privati. Sono 752 i palazzi non agibili, a cui si sommano i 50 pubblici tra cui, per indicarne alcuni, il Comune, l’Auditorium San Paolo, il Convitto, la parte monumentale del cimitero. Gli edifici a Macerata sono 11.165 tra pubblici e privati, quindi risulta inagibile il 7% circa del totale. Il grosso delle inagibilità è di tipo B (danno lieve) ma sono diversi gli edifici con danno di tipo E (gravissimo). 

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La maggior parte degli edifici non utilizzabili si trova nel centro storico e nelle zone rurali del perimetro urbano; le abitazioni in campagna, spesso di più vecchia costruzione, hanno risentito maggiormente delle scosse sismiche. Sono 700 i cittadini maceratesi che sono sistemati altrove, avendo la casa inagibile: ben 331 nuclei familiari sono alloggiati col Cas (contributo autonoma sistemazione) in appartamenti trovati in affitto oppure dai parenti. «Per loro il Comune, con i soldi che arrivano dalla Protezione civile regionale – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta –, versa ogni mese un contributo pari a 225mila euro. Sono 19 le famiglie che invece sono ospitate in albergo, non avendo trovato alternative (come appunto una casa da affittare): di queste, 12 alloggiano in strutture ricettive che si trovano nel perimetro cittadino, mentre le restanti sono sistemate in hotel a pochi chilometri da Macerata. Una persona si è trasferita ad Ancona, ma per scelta, non perché non avesse trovato casa qui. Gli sfollati in albergo sono pagati direttamente dalla Protezione civile». 

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«In città dovranno quindi partire, in via ipotetica, circa 800 cantieri – prosegue Ricotta –. Si spera che una buona parte di interventi venga avviata entro l’anno. Per quanto riguarda gli edifici pubblici, tra le priorità c’è la riapertura della sala del consiglio comunale, proprio la settimana scorsa c’è stato l’incontro con l’ufficio ricostruzione, i soldi ci sono, ma per partire va prima stabilito se occorre procedere con un miglioramento oppure con un adeguamento sismico, la tipologia di lavori è infatti completamente diversa. Appena si farà chiarezza su questo aspetto i lavori potranno partire, penso nel giro di qualche mese». 

Più complessa è invece la situazione dell’auditorium San Paolo in piazza della Libertà, dove – sottolinea Ricotta – «la parte sopra dell’edificio è del Comune mentre la parte sotto (critpa) appartiene alla Curia, dobbiamo quindi coordinare le attività. Per l’auditorium il progetto di ricostruzione non è stato ancora presentato. La Curia intanto si sta già muovendo – conclude l’assessore –, ad esempio per la chiesa di San Filippo e per la chiesa di San Giovanni».