Uccise l’amante: dopo 11 anni di carcere l’ex poliziotto Binni è tornato in libertà

Delitto ad Ascoli nel 2010, il corpo ritrovato nel 2011, svolta 13 mesi dopo. La vittima, Rossella Goffo, lavorava alla prefettura di Ancona. L’uomo era stato condannato a 15 anni e ora ha ottenuto 900 giorni di ‘sconto’

Alvaro Binni, ex poliziotto, ora tornato in libertà. Nel tondo Rossella Goffo, con cui ebbe una tormentata relazione. L’ha uccisa e ha nascosto il corpo

Alvaro Binni, ex poliziotto, ora tornato in libertà. Nel tondo Rossella Goffo, con cui ebbe una tormentata relazione. L’ha uccisa e ha nascosto il corpo

Ascoli, 19 settembre 2023 – Alvaro Binni è un uomo libero. L’ascolano ritenuto colpevole dell’omicidio di Rossella Goffo e condannato a 15 anni di carcere, ha terminato di scontare la pena ed è quindi stato scarcerato, facendo rientro ad Ascoli.

Binni era stato arrestato il 16 febbraio del 2012, ad oltre un anno dal ritrovamento a Colle San Marco del cadavere di Rosella Goffo, avvenuto il 5 gennaio del 2011; secondo quanto ricostruito, l’ex funzionaria della prefettura di Ancona sarebbe stata assassinata il 4 maggio del 2010, data in cui scomparve nel nulla.

Ad ottobre 2015 la Cassazione mise la parola fine sulla vicenda processuale condannando Binni a 15 anni di carcere, riducendo di un anno la precedente condanna emessa dalla Corte d’Appello di Ancona. Il meccanismo prevede che, grazie alla buona condotta, i detenuti possono maturare 45 giorni di sconto di pena ogni sei mesi. Nel caso di Binni di semestri ne sono trascorsi 20, per 900 giorni di "sconto" e dunque nelle scorse settimane l’ascolano ha terminato di pagare il conto con la legge.

L’altro processo

Binni attualmente è sotto processo davanti al tribunale di Ascoli per un presunto tentato omicidio di un compagno di cella di quando è stato detenuto nella casa circondariale di Marino. Fin qui ha seguito le udienze scortato dalla polizia penitenziaria, ora lo farà da uomo libero.

La vicenda

Rosella Goffo scomparve il 4 maggio del 2010. Il cadavere della donna, originaria di Rovigo, venne ritrovato il 5 gennaio 2011, ormai ridotto a uno scheletro, sotto uno strato di terra a Colle San Marco. Binni è stato ritenuto colpevole di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, occultamento di cadavere.

Entrambi sposati e con figli, Binni e la Goffo avevano una relazione, da lui sempre minimizzata. Un "sodalizio amoroso movimentato", rapporti "complicati e patologici" quelli che intercorrono fra i due, recitava l’ordinanza con cui il gip aveva ordinato l’arresto dopo il ritrovamento del cadavere. Era il 15 febbraio 2012 quando il poliziotto ascolano finì in carcere a Marino del Tronto e da quel giorno è sempre stato detenuto, fino all’attuale scarcerazione.

Rossella Goffo sui social network si presentava con un’altra identità e diversi anni di meno e pare facesse pressing sull’amante per andare a vivere insieme; pare che raccontò a Binni anche la storia di una bimba mai nata e minacciò Binni di rivelare tutto alla moglie. Lui era esasperato e temeva di non riuscire più a liberarsi della donna. Quando Rossella lasciò Ancona per raggiungere Ascoli, era convinta di aver finalmente coronato il suo sogno, una convivenza.

Il 4 maggio, quando i due si incontrano ad Ancona, lei lasciò l’auto in prefettura, svuotò l’appartamento che divideva con due ragazze, portando con sé trolley, lenzuola, beauty case, pc e due cellulari. Ad Ascoli trovò invece la morte.