Terremoto Marche, paura infinita: aumentano stati d'ansia e attacchi di panico

Nel duomo di Pesaro ’altare di fortuna’ dopo la caduta di alcuni calcinacci

Pesaro Urbino, 21 novembre 2022 - Oltre che un terremoto, è una tortura cinese. Ormai a Pesaro e Fano la gente ha paura della paura del terremoto. Nuova scossa ieri mattina, che butta giù da letto soprattutto chi la sente dai piani alti delle abitazioni. Sono le 6,20, magnitudo 4,3: tre minuti dopo un altra, più leggera, 3,2. Anche stavolta, nessun ferito, e danni molto inferiori, quasi inesistenti, rispetto a quelli causati dalla scossa più forte (5,7 e sempre mattutina, alle 7.07) del 9 novembre scorso, che invece ha sbattuto fuori casa, in alloggi di fortuna, circa 50 persone solo a Pesaro, ritrovatisi in albergo o da parenti e amici perché abitavano in case lesionate dalla scossa. Alcuni di questi sono rientrati. 

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Ma ormai la gente è stanca, o peggio, terrorizzata da questo «sciame» autunnale infinito. Ci sono quelli che alla minima percezione fuggono correndo fuori dalle case, come successo ieri a Fano, e nella fuga cadono e si fanno male. Quelli che iniziano a tremare, e, colti da attacchi di panico, devono chiamare il 118 solo per tranquillizzarsi con un infermiere che si improvvisa psicologo. Quelli che dopo la scossa del 9 scorso hanno dormito per giorni in macchina.  Più tranquillamente, almeno ieri, l’hanno presa al Duomo di Pesaro. Qualche piccolo calcinaccio dopo la scossa delle 6.20 è caduto a terra in corrispondenza dell’arcata, leggermente crepata, che sovrasta l’altare e di quello situato sulla navata destra. Rimedio: ieri mattina i religiosi del Duomo hanno piazzato un tavolino che facesse da altare più avanti nella navata centrale verso l’uscita, mettendolo così al sicuro dall’eventuale caduta di ulteriori calcinacci, e hanno celebrato senza patemi la messa delle 11.30. «Invece la messa delle 9 – dice don Silvano – l’abbiamo fatta nella cappella di San Terenzio. Affollata di fedeli, e devo dire, non li ho visti molto impauriti». Forza della fede, forse. Ma intanto la cerimonia della Virgo Fidelis, la patrona dei Carabinieri, che doveva svolgersi in duomo questa mattina, a causa di quei piccolissimi crolli del Duomo è stata spostata nel vicino e meno ferito dalle scosse santuario della Madonna delle Grazie. «E domani – aggiunge don Roberto Sarti, vicario parrocchiale – aspettiamo il sopralluogo tecnico». 

Ma secondo quanto scriveva ieri mattina, pochissime ore dopo la scossa delle 6,20, sul suo profilo Fb il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, non c’è proprio nulla da aspettare. Anzi. «La popolazione – scrive Ricci – continua a essere spaventata, nel mentre abbiamo avviato ulteriori controlli al patrimonio pubblico e privato. Vi terrò aggiornati costantemente. In questo clima e dopo le conseguenze relative a cedimenti, dissestamenti e famiglie evacuate, è ora che la Regione Marche si adoperi per richiedere lo stato di emergenza. Non si può più aspettare». Un ulteriore giro di vite, questo, che torna a pressare il governatore Acquaroli per spingerlo a muoversi, dopo che lo stesso Ricci, con tanto di sopralluogo in una via di Pesaro davanti agli alloggi evacuati per lesioni, già venerdì scorso in un video aveva attaccato con rabbia alcuni consiglieri regionali del centrodestra (tra cui Marinelli e Serfilippi della Lega) accusandoli di sottovalutare («irresponsabilmente e vergognosamente») l’entità dei danni, che già ammontano a decine di milioni solo in provincia e che crescono ogni giorno. «Pesaro, Fano e Ancona – conclude Ricci – hanno bisogno di un aiuto, non si può discriminare un Comune dall’altro in base al colore politico della giunta che li governa». Fino alla prossima scossa.