Salvini e Le Pen a testa in giù: polemica per il post del Pd Mangialardi

Il capogruppo dem delle Marche pubblica (e poi rimuove) una storia su Instagram, il leader leghista risponde via Facebook

Il post di Salvini in risposta alla story su Instagram di Mangialardi (Ansa)

Il post di Salvini in risposta alla story su Instagram di Mangialardi (Ansa)

Ancona, 25 aprile 2022 - Bufera social per una storia su Instagram postata (e poi rimossa) dal capogruppo del Pd nel Consiglio regionale delle Marche (e candidato presidente alle regionali del 2020) Maurizio Mangialardi contro il leader leghista Matteo Salvini  per l'appoggio a Marine Le Pen in occasione delle elezioni francesi. Salvini, che incassa la solidarietà dei leghisti marchigiani, risponde via Facebook e provoca la controreazione di Mangialardi. Vediamo cosa è successo.

La storia delle polemiche

Il dem marchigiano ha postato una foto rovesciata di Matteo Salvinie e Marine Le Pen, con anche il testo a testa in giù, che recita: "Salvini tifa ancora Le Pen e questo vuol dire che non è cambiato. Nonostante la prudenza Salvini è ancora uno dei principali sponsor di Putin e avversari dell'Europa nel nostro Paese ha scritto nella storia postata ieri a commento della sconfitta di Marine Le Pen alle presidenziali francesi".  Sempre ieri Mangialardi aveva rappresentato la Regione Marche alla Marcia straordinaria per la pace Perugia-Assisi

La reazione di Salvini su Facebook

Non si è fatta attendere, sempre via social, la reazione del leader leghista. Su Facebook Salvini scrive: "Consigliere regionale del PD delle Marche (signor Mangialardi) pacifista e solidale, che posta su Instagram me e Marine a testa in giù, e magari oggi sarà in piazza con la bandiera della pace... Buona festa della Liberazione da guerra, violenza e cretini. #25aprile".  La storia Instagram è stata poi rimossa da Mangialardi che in una nota ha spiegato il senso della pubblicazione, sottolineando che non era "assolutamente riferita ai fatti di piazzale Loreto". Il post di Salvini ha ricevuto oltre 1.200 reazioni, circa 200 condivisioni e oltre 960 commenti. La maggior parte dei quali a sostegno al leader del Carroccio, stigmatizzando quanto pubblicato dal consigliere regionale di minoranza. 

La spiegazione di Mangialardi

Mangialardi parla di "strumentalizzazione polemica da parte di un leader in confusione politica" e che il post "voleva solamente sottolineare l'importanza storica della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi. Qualche giorno fa in un talk show serale, proprio Salvini aveva parlato della grande opportunità che avrebbe rappresentato un eventuale successo di Marine Le Pen per 'ribaltare' gli equilibri in Europa. L'affermazione di Macron, invece, ha letteralmente 'ribaltato' Marine Le Pen e le speranze dello stesso Salvini. Da qui il significato del mio post. Ogni altra interpretazione è totalmente lontana dal mio sentire" conclude, sottolineando il "grande disagio" con cui "Salvini e i leghisti marchigiani, i quali non hanno mai disdegnato i voti delle formazioni dell'estrema destra", vivono la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo.

"Non ho alcuna intenzione di prestarmi alla polemica di un Matteo Salvini che, in confusione politica per l'irreversibile tracollo di consenso personale, cerca di strumentalizzare un mio post per guadagnare qualche ora di celebrità" scrive Mangialardi nella nota, rispondendo alle accuse rivoltegli dal segretario nazionale della Lega Matteo Salvini e dalla Lega Marche.  "Solo la lettura fuorviante del leader della Lega e dei suoi epigoni locali - spiega il capogruppo dem - poteva interpretare in modo così distorto il significato di un post che voleva solamente sottolineare l'importanza storica della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi".  "So bene - conclude Mangialardi - come Salvini e i leghisti marchigiani, i quali non hanno mai disdegnato i voti delle formazioni dell'estrema destra, vivano con grande disagio la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, visto che non hanno mai fatto mistero di non riconoscersi nei valori della Resistenza e della Costituzione. Con l'odierna boutade non hanno fatto altro che confermarlo, cercando di inquinare questa giornata con una polemica che non ha nessun fondamento".

Poi la chiusa: "In ogni caso confermo a Salvini che oggi pomeriggio sarò in piazza con tante altre persone e con la bandiera della pace. E gli garantisco anche che nessuno di noi indosserà una maglietta con l'effigie di Putin. Quella la lasciamo volentieri a lui e ai leghisti".