Marche: il mistero della porta sfondata, sospetti e veleni tra consiglieri regionali

Un testimone (non oculare): “Ho sentito il collega leghista inveire nel corridoio, poi un botto”. Ma il principale sospettato glissa. La vittima (Pd) sente odore di insabbiamento e va dai carabinieri

La porta sfondata dell’ufficio del capogruppo Pd Maurizio Mangialardi

La porta sfondata dell’ufficio del capogruppo Pd Maurizio Mangialardi

Ancona, 7 ottobre 2023 – La porta dell’ufficio di Maurizio Mangialardi, capogruppo del Pd in consiglio regionale, sfondata. Un suo collaboratore, Jacopo Francesco Falà (ex segretario provinciale dei dem di Ancona) che racconta di aver sentito Luca Santarelli, consigliere regionale da poco ufficializzato come rinforzo della Lega, senigalliese come Mangialardi e che ha l’ufficio accanto al suo, piombare nel corridoio urlando e un attimo dopo un forte rumore perfettamente riconducibile a una porta presa a pugni.

Ma Falà ha solo sentito, perché quando è andato a vedere cos’era successo, Santarelli non c’era più. C’erano invece altri due collaboratori di gruppi politici, testimoni come lui.

Tutto questo, in breve, è quanto accaduto tra le 15.13 e le 15.23 di ieri (sì, gli orari sono precisi come fosse un giallo di Agatha Christie) al primo piano del palazzo del consiglio regionale, in piazza Cavour ad Ancona. Luca Santarelli, raggiunto al telefono, controbatte stizzito: "Lei insinua che io abbia sfondato una porta? Mi richiami lunedì". E chiude la conversazione.

Insomma, non di soli rimpasti vive la politica regionale marchigiana. C’è anche di peggio. Il fatto l’ha denunciato a metà pomeriggio lo stesso Mangialardi con una nota: "Si tratta di un episodio inquietante. Non sappiamo ancora se i protagonisti di questo atto vandalico provengano da fuori o siano interni al palazzo. Posso solo dire che non mi sento assolutamente intimidito".

Poi però attacca: "Non sono disposto a passarci sopra. Mi aspetto che venga fatta luce sull’accaduto e che tutti i gruppi, così come la struttura dirigenziale, collaborino a questo obiettivo. Credo sia interesse di tutti i consiglieri regionali ricostruire con esattezza i fatti e individuare i responsabili, per non avvelenare ulteriormente il clima politico che si respira in questi giorni a causa di certe manovre trasformiste in consiglio. Abbiamo un servizio di guardia e abbiamo i tornelli sia per il personale che per i visitatori. Non dovrebbe essere difficile ricostruire l’elenco delle persone che al momento del fatto erano presenti nel palazzo. L’importante è che nessuno pensi di far passare tutto in cavalleria".

In serata, poi, Mangialardi ha annunciato che denuncerà tutto ai carabinieri.

Nel frattempo, del fatto sono stati informati Dino Latini, presidente del consiglio regionale, e Antonio Russi, segretario generale, che dovrà ricostruire i fatti sentendo i testimoni. Tra cui Falà: "Dirò, se necessario anche ai carabinieri – spiega lui – che ho sentito le urla di Santarelli e poi un forte rumore riconducibile allo sfondamento della porta. Non posso dire e non dirò di averlo visto né posso accusare nessuno".