PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Vaccino Covid Marche, il primo immunizzato: "Lo rifarei anche oggi, è senso del dovere"

Era il 27 dicembre quando il dottor Pansoni, primario del pronto soccorso di Osimo, dava il via simbolicamente alla campagna

Il dottor Adolfo Pansoni nel giorno della prima vaccinazione nelle Marche

Il dottor Adolfo Pansoni nel giorno della prima vaccinazione nelle Marche

Ancona, 14 dicembre 2021 - Il vaccino per limitare i danni del Covid un anno dopo. Sembra ieri quando all’Inrca di Ancona la giunta regionale inaugurava la campagna del siero contro la pandemia. Era il 27 dicembre scorso, la Giornata Europea del Vaccino da cui scaturì il lungo percorso che nel frattempo ha consentito a oltre due terzi della popolazione di vedersi somministrata almeno una dose. Quel giorno a rappresentare le Marche come prima persona inoculata fu scelto il dottor Adolfo Pansoni, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Osimo (trasformato anni fa da centro Asur a parte dell’azienda Inrca).

Terza dose: quando farla e quando fa effetto - Terza dose, Burioni risponde alle domande più comuni Dottor Pansoni, cosa ricorda di quel giorno di quasi un anno fa? "Una grande emozione e la sensazione di affrontare la cosa con un alto senso del dovere. Personalmente ho sempre creduto alla vaccinazione come unico veicolo, almeno fino ad ora, per uscire dalla pandemia o quanto meno limitarne gli effetti. Lo pensavo prima del 27 dicembre 2020 e a maggior ragione lo penso adesso". Quindi non avrebbe problemi a sottoporsi a una prova del genere qualora se ne ripresentasse l’occasione? "Assolutamente no, lo rifarei senza alcun problema. All’epoca ho avuto qualche lieve effetto collaterale provocato dall’inoculazione, ma è subito passato tutto". A tal proposito, forse è inutile chiederglielo, lei si è sicuramente sottoposto alla terza dose, è così? "Certo, a inizio novembre, forse in leggero ritardo, ma non per motivi particolari, solo organizzativi". Lei il buon esempio l’ha dato, così come la quasi totalità dei suoi colleghi; resta però una sacca di operatori sanitari non ancora disposto a proteggersi e proteggere, cosa pensa di questi colleghi? "A loro dico di vaccinarsi e di non avere strani pregiudizi. Noi medici, in particolare, abbiamo fatto un giuramento ben preciso e l’obbligo è dettato anche da questo". Questi sanitari riottosi a immu nizzarsi sono stati sospesi dalle rispettive aziende e messi a risposo senza stipendio: lo ritiene un provvedimento giusto o troppo pesante? "Non sta a me decidere la durezza o meno di una norma, detto questo ritengo la sospensione sacrosanta. Specie in sanità è normale che le persone che ci lavorano debbano essere protetti il più possibile dal virus e proteggere gli ammalati e i visitatori". Sulle misure disposte dal governo in materia di Green Pass e Super Green Pass è favorevole? "Sì, credo siano misure giuste". Sotto il profilo della pandemia, che anno è stato per quanto riguarda il reparto di cui lei è il direttore? "È stato un anno intenso. Siamo sempre stati impegnati sul fronte della lotta contro il Covid seguendo le varie ondate. Dopo un’estate più tranquilla, come era accaduto pure l’anno prima, c’è stata una recrudescenza. Il Pronto soccorso ha sempre mantenuto un grado d’allarme elevato nei confronti della pandemia". Vi siete trovati ad affrontare casi di pazienti No Vax? "Ci sono stati degli episodi, ma nulla di violento. Ne ricordo uno in particolare, una signora anziana positiva che dovevamo mettere in isolamento. Lei non aveva fatto alcun problema, ma il figlio non ha voluto e dopo uno scontro verbale ha preso la madre e l’ha portata via".