{{IMG_SX}}Modena, 22 gennaio 2008 - NON BASTA lo scorrere dei giorni a mitigare il dolore per la morte straziante della piccola Erica Bove, uccisa a coltellate dal padre che poi si è suicidato. E a Formigine la sofferenza mista a incredulità si è fatta ancora più intensa alle scuole elementari Carducci, quelle che la bambina di sette anni e mezzo frequentava con i compagni della II A. Lo sguardo di tutti i coetanei e delle maestre, inevitabilmente, finiva sempre per concentrarsi, in un silenzio surreale, sul banco vuoto della bambina. Anche i genitori dei compagni di Erica, aspettando i loro figli all’uscita della scuola, non avevano parole cui aggrapparsi per descrivere una vicenda tanto drammatica. "Ogni parola è sprecata in questi casi — ha detto il padre di uno di loro — perché una tragedia del genere non trova espressioni adeguate". "Sono così dispiaciuta, è un dolore immenso", si è limitata a dire una madre. Quella di Erica, Antonella Ferrone, si trova ora dai parenti nel Foggiano. Da lì era partita col marito per poi stabilirsi a Formigine e trovare lavoro, come lui, alla Ferrari. La coppia era però in procinto di separarsi: proprio questa prospettiva ha scatenato la follia omicida e suicida del marito.

 



ORA LA DONNA sta faticosamente cercando di reagire al dolore incommensurabile che l’ha colpita. La scuola e l’amministrazione comunale di Formigine, dal canto loro, si sono attivati nel tentativo di arginare lo sgomento di un’intera comunità. "Gli eventi accaduti obbligano tutti gli adulti, genitori e insegnanti, a elaborare le proprie emozioni e ad assumersi ruoli di protezione e contenimento nei confronti dei bambini", affermano l’assessore alle Politiche scolastiche ed educative Antonietta Vastola e il dirigente del primo circolo didattico di Formigine, Valeria Coppelli.



L’AMMINISTRAZIONE comunale e il primo circolo didattico di Formigine stanno già progettando un intervento per accompagnare gli adulti ad affrontare assieme ai bambini il tema del lutto e della perdita. Nei prossimi giorni si svolgeranno specifici incontri coordinati da Vincenzo Priore, responsabile del Centro per le famiglie del distretto. Anche la scuola ha attivato da subito un intervento di supporto per tutti i docenti. L’obiettivo è quello, si legge in una nota, che "una circostanza di grande sofferenza come quella che si è verificata nella palazzina di via Quattro Passi possa diventare per i bambini momento di crescita".



CHI HA POTUTO, anche brevemente, conoscere in passato la famiglia Bove, ripercorre ora quegli incontri che tutto facevano prevedere, fuorché la tragedia. "Erano miei clienti — dice l’edicolante Marika Bignardi — padre e figlia erano venuti a comprare il giornale solo qualche giorno fa. Ricordo che lui le comprava anche i giocattoli. La adorava". "Anch’io conoscevo Antonio Bove dato che mio marito lavorava con lui in Ferrari — afferma la negoziante Elena Barbieri —. E’ incredibile quello che è successo, soprattutto pensando che la famiglia pareva avere tutto per essere serena". "Ancora non mi sembra vero che tutto questo possa essere successo a Formigine", le fa eco il padre Giuliano. "Da giorni non si parla d’altro qui perché la vicenda ha toccato tutti — dichiara Mouna Fares, una ragazza —. E la domanda che tutti si pongono è: perché la bimba ha dovuto pagare per i problemi che riguardavano solo il padre e la madre? I figli dovrebbero rimanerne fuori". Ieri sono state eseguite all’istituto di Medicina legale di Modena le autopsie sui corpi di padre e figlia, disposte dal pm Claudia Ferretti. Oggi dovrebbe conoscersi la data dei funerali, che saranno con ogni probabilità distinti per Antonio e la piccola Erica.