Modena, 14 novembre 2011 - E’ iniziata oggi nella chiesa di San Francesco a Mirandola (Modena) la ricerca del luogo dove sono sepolti i resti mortali del letterato Gian Francesco Pico (1469-1533), nipote del leggendario filosofo umanista dalla mente prodigiosa Giovanni Pico della Mirandola, divulgatore del suo pensiero. I primi provvisori risultati, realizzati con l’ausilio del geo-radar, hanno evidenziato all’interno dell’edificio sacro la possibile presenza della tomba dove Gian Francesco Pico riposa con il figlio Alberto, entrambi uccisi nel 1533.
Il Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, responsabile della ricerca del luogo di sepoltura e dei resti mortali di Gian Francesco Pico, e’ impegnato a risolvere il mistero della sua morte violenta.
 

L’impiego del geo-radar all’interno della chiesa di San Francesco, dove si trovano le sepolture anche del padre e della madre di Pico, ha gia’ permesso di identificare una presunta tomba collocata in una delle cappelle.
Silvano Vinceti, presidente del Comitato e responsabile della ricerca, ha dichiarato: ‘’Pur trattandosi di elementi provvisori, a cui dovra’ seguire uno scavo non massivo, al fine di poter accertare la effettiva presenza di sepolture, siamo di fronte un primo importante risultato’’. Nelle prossime settimane, se il geo-radar confermera’ i primi risultati, si procedera’ agli scavi. Gli eventuali reperti ossei che dovessero venire alla luce verranno sottoposti agli esami del radiocarbonio 14 e poi saranno eseguiti test sul Dna.
 

Gian Francesco Pico, nipote del piu’ famoso Giovanni Pico della Mirandola, fu un suo grande divulgatore. L’opera postuma di Pico sulla Astrologia Divinatoria la si deve a lui. Fu anche insigne filosofo e molte delle sue opere in latino sono state recentemente ristampate. ‘’Aleggia una maledizione tremenda che ha accompagnato Giovanni Pico e suo nipote. Gli esami e gli studi che abbiamo compiuto qualche anno fa - ha detto Vinceti - avevano portato ad accertare la morte per avvelenamento da arsenico sia di Giovanni Pico che di Angiolo Poliziano ad opera dei partigiani del Papa, dei Medici spodestati da Girolamo Savonarola e, molto proabilmente, grazie alla complicita’ del grande filosofo neoplatonico Marsilio Ficino’’.
 

Gian Francesco Pico, l’amato nipote, venne ucciso nella notte del 15 ottobre del 1533 assieme al figlio Alberto. Fu decapitato assieme mentre governava la citta’ di Mirandola. ‘’Questa ricerca vuole risolvere un enigma storico legato al recupero delle sue spoglie mortali e alla valorizzazione di questo pensatore e uomo politico. Durante il suo governo a Mirandola, Gian Francesco sentenzio’ la messa al rogo di varie streghe e si contraddistinse per il suo legame filosofico, morale, religioso e politico con il frate domenicanco Girolamo Savonarola’’, ha aggiunto Vinceti. La ricerca ha il patrocinio del Comune di Mirandola ed e’ finanziata dalla Fondazione di Cassa di Risparmio di Mirandola.