Bomporto (Modena), 26 gennaio 2014 - "Lo Stato, dov’è?". Lo grida quasi Giuseppe Di Bella, dal suo appartamento disastrato a Bastiglia, i vigili del fuoco pompano acqua con le idrovore, i garage sono allagati. C’è fango ovunque, una pellicola scivolosa che copre tutto, e lascia un odore forte che non va via, sulle strade cumuli di tutto, poi passa il Comune. Viavai di protezione civile, pompieri, volontari. Le parole più ripetute: "Scusa, vuoi una mano?". "Perché Napolitano non è venuto qua?", chiede con voce strozzata dalla rabbia Giuliana, moglie dell’orefice Maurizio Gavioli a Bomporto — l’altro comune infartuato dall’acqua —, pensando alla visita del presidente a Bologna, per il funerale di Abbado. Terremotata prima, alluvionata ora, spolvera le scansie vuote del negozio appena inaugurato, è stato solo due mesi fa, qui in centro.

Dopo una settimana il sole illumina il disastro provocato dall’alluvione nel Modenese. La gente torna a casa. Ma che casa. Da buttare via mobili e cucine. Duecento chili di carne della macelleria e le scaffalature. Tappezzerie e ricordi. Le attrezzature di campagna. Vagonate di cose negli appartamenti e nei negozi. La rabbia dell’acqua — che ha fatto cinquanta chilometri e ha piegato le recinzioni, lo vedi ovunque a Bastiglia — si è placata. Ora esplode l’esasperazione della gente. Decine di famiglie sono ancora allagate.

Maurizio Gavioli va avanti e indietro senza sosta. Lavora per non pensare troppo. Guarda indietro: "Ci eravamo appena risollevati dal terremoto. Viviamo a Mirandola, la nostra casa è stata seriamente danneggiata. Per un po’ ci siamo trasferiti. L’abbiamo risistemata, siamo ripartiti. Due mesi fa abbiamo inaugurato il negozio qui. E ora siamo daccapo... I danni? Non lo so. Era tutto nuovo...". "Eper fortuna che il Governo ha concesso la sospensione delle tasse per sei mesi". Lo dice con ironia Daniele Montanari, di mestiere fa il commercialista. Allagati l’appartamento-ufficio e la villetta. Aveva appena risistemato tutto. "Sorrido perché in questi sei mesi non c’è quasi niente da pagare — è sconsolato —. Sembra una presa in giro bella e buona. Alla fine il grosso è a luglio, l’Unico 2014. E quello sta fuori dalla sospensione"!.

Gionata Rinaldi, il macellaio, ha appena buttato via 200 chili di carne e conta 100mila euro di danni. Ricorda l’alluvione del ’73, "quella volta finì allagato l’alimentari dei miei genitori. Ci si aspettava che dopo 40 anni fosse chiaro come fare". Luisa Bergamini, "la Luisa", si ricorda anche quella precedente. Sarà per questo che non si è mossa dal primo piano "macché paura, avevo tutte le comodità. Gnocco fritto in frigo...". La mattina passavano sindaco e protezione civile, "dai, vieni via". Lei niente.

Vinicio Guidetti, giornalista in pensione, raccoglie i pensieri sprofondato nel divano, qui sulla strada in centro a Bomporto, e si sfoga: "È l’incuria, il disastro. Si sapeva da anni che quello era un tratto d’argine pericoloso". Donato Potenza, veterinario di Bastiglia, è appena rientrato nella casa in mezzo alla campagna e alla laguna, pare di stare sul delta del Po. Saggio: "Troppo presto per accusare qualcuno. Col tempo si capiranno le responsabilità. Si spera. Ma dobbiamo prevenire, non possiamo aspettare il disastro. Prendi l’argine, lo dividi, ognuno è responsabile di un tratto". Responsabile. Parola rivoluzionaria.

Rita Bartolomei