La base di accordo votata dai consigli di amministrazione di Aimag ed Hera comincia a mostrare le prime crepe. Oltre che dai 6 sindaci del gruppo ristretto di lavoro, di centrodestra e centrosinistra, la scelta "in linea con la tutela dell’interesse delle nostre comunità e dell’azienda e che garantisce la tutela di Aimag come patrimonio pubblico, dei suoi lavoratori e dei servizi essenziali per i cittadini", è difesa apertamente che dai partiti di centrodestra. "Per Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, – scrivono in un comunicato – il lavoro svolto nella trattativa dai nostri sindaci che ha portato alla bozza di accordo Aimag-Hera sul futuro della multiutility ha in parte rovesciato le premesse dei mesi scorsi. Oggi possiamo affermare con moderata soddisfazione che, in ogni caso, la maggioranza di Aimag resterà pubblica, il servizio di raccolta rifiuti non subirà modifiche, e decisioni cruciali come quelle sulla sede aziendale, l’occupazione, la gestione del bilancio e la responsabilità degli amministratori rimarranno in capo ai Comuni soci".
E se Cgil Area Nord e Filctem e Fiom valutano "positivamente il nuovo progetto e la rinnovata unità rappresentata dai comuni soci di Aimag SpA, condizione indispensabile per garantire la continuità aziendale" da altri settori emergono critiche. Da Rifondazione Comunista arriva una presa di distanza molto netta: "Ma come può l’ingresso così massiccio di una società quotata in borsa quale è Hera (Hera passerebbe dal 25% al 41% ndr), tra i cui azionisti ci sono fondi d’investimento speculativi come il famigerato Black Rock, garantire l’interesse e i diritti di cittadini e lavoratori, oltre che dell’ambiente?". Anche il Comitato ’Aimag per il territorio’ si accoda chiedendo di incontrare i sindaci del gruppo ristretto "nella speranza di ottenere ulteriori informazioni e chiarimenti".