Bianchini resta ancora in ospedale La Procura monitora la sua salute

San Felice, l’imprenditore è stato ricoverato dopo aver tentato il suicidio. Fortunatamente è fuori pericolo

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E’ ancora in ospedale l’imprenditore Augusto Bianchini dopo che sabato, alla notizia della condanna definitiva nell’ambito del maxi processo Aemilia, l’uomo ha tentato il suicidio in casa. Le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni: Bianchini è fuori pericolo dopo essere stato salvato dai familiari e trasportato all’ospedale di Baggiovara. Ancora non è chiaro quando l’imprenditore sarà dimesso: quello che temono i legali è che possa tentare nuovamente di commettere un gesto estremo. La difesa, rappresentata dagli avvocati Giulio Garuti e Simone Bonfante, infatti, attende la relazione definitiva dell’ospedale, dopo di che chiederà una consulenza di parte per verificare lo stato di salute dell’imprenditore: ovvero capire se sia o meno compatibile con il regime carcerario. Bianchini come noto dovrà scontare 9 anni dietro le sbarre dopo la Cassazione. Intanto la Procuratrice generale reggente di Bologna Lucia Musti chiarisce: "Con riguardo ad Augusto Bianchini la Procura generale monitora le condizioni di salute del condannato, che fortunatamente non è in pericolo di vita a seguito di atti di autolesionismo". Per quanto riguarda la moglie dell’uomo, Bruna Braga, condannata a 2 anni e 2 mesi, ha preferito non rilasciare dichiarazioni spiegando di essere molto scossa. Domenica la donna è stata prelevata dai carabinieri per essere portata in cella, ma c’è stato un errore: per lei la pena è sospesa. Braga è stata rilasciata alcune ore dopo.

Musti spiega che la Procura generale "ha rilevato la discrasia tra il dispositivo della sentenza della Corte di Appello del 17 dicembre 2020 e la motivazione, secondo cui l’aggravante mafiosa era venuta meno. Il pronto intervento dell’ufficio mobilitato senza sosta nelle giornate di sabato e domenica in relazione alla delicatezza, l’urgenza e il numero elevato di ordini di esecuzione da emettere ha consentito che la condannata non sia entrata in carcere, potendo beneficiare, a seguito di proficua interlocuzione con la difesa, della sospensione dell’esecuzione". v.r.