MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Brizzi "Così sono ripartito dall’ultima pagina"

L’autore sarà ospite stasera a Carpi per raccontare il sequel di ’Jack Frusciante è uscito dal gruppo’. "Un tuffo indietro negli anni Novanta"

Enrico Brizzi sarà ospite stasera al Teatro Comunale di Carpi

Enrico Brizzi sarà ospite stasera al Teatro Comunale di Carpi

‘Jack Frusciante è uscito dal gruppo’. Anzi no, ci rientra, dopo trenta anni. L’appuntamento clou della Festa del Racconto è per stasera alle 21.30 in Teatro comunale a Carpi con lo spettacolo musicale di Enrico Brizzi and The Perfect Cousins. All’uscita del libro, nel 1994, il giovane Brizzi ha presentato il romanzo sotto forma di spettacolo musicale, e trent’anni dopo, Brizzi torna a raccontare la storia di Alex, Aidi e Martino con la band The Perfect Cousins (Yu Guerra, Tony Farinelli, JJ Stigliano).

Sono passati 30 anni: come è nata l’idea di scrivere il sequel del libro?

"Lo scorso anno a novembre ho riletto per la prima volta Jack Frusciante dall’inizio alla fine, da pagina 1 a pagina 174. Arrivato alla fine del libro, la cosa più naturale del mondo è stata alzarmi dal divano e passare alla scrivania per scrivere ancora di loro. Per 29 anni l’idea non mi aveva mai sfiorato, poi all’improvviso è diventata l’urgenza primaria, mi svegliavo al mattino con già nella testa la prima frase da scrivere".

Che Alex e Aidi troviamo in ‘Due’?

"Non ho mai pensato di dover raccontare un seguito ambientato in un tempo lontano ma mi è venuto in mente di ricominciare come se fosse la pagina 175 di quel libro là. Alex e Aidi sono nati nella mia mente come due adolescenti, e lo saranno per sempre. Non avrei mai potuto vederli da adulti o farli vivere un altro tempo. Se nel primo libro il tema è l’amore, ora devono affrontare l’amore a distanza. Ritroviamo Alex e Aidi dove li avevamo lasciati, innamorati e separati da un oceano, nell’estate del 1992: lei negli Usa, lui a Bologna. La novità è la voce di Aidi, in pagine di diario e lettere".

Dunque, un tuffo indietro negli anni Novanta?

"Sì, e in tutto. ‘Due’ è un libro ambientato negli anni Novanta, scritto in analogico, con le regole e i meccanismi di quel tempo; perciò, anche l’editing doveva essere svolto rispettando questo spirito. Niente pdf, niente mai, niente call. Io e Carlo Carabba ci siamo chiusi cinque giorni e in una locanda sull’Appennino a fare a pugni con il testo. Tutti e due a mani nude, senza il disturbo del cellulare perché lì proprio non c’è rete. Ci hanno coccolato e cucinato pranzi e cene con cui interrompevano dieci o dodici ore di lavoro al giorno".

È stato allo stadio di Liverpool a vedere il suo Bologna: emozionante?

"Magico! Io sono malato di calcio e quello è uno degli stadi più mitici al mondo. E’ stato molto toccante il ricordo della strage di Hillsborough del 1989: sono stati ricordati uno ad uno i 96 nomi delle vittime, e ogni volta tutto lo stadio urlava ‘presente’. L’atmosfera che si è creata era bella, noi siamo stati accolti bene, i tifosi locali ci hanno applaudito. E a fine serata mi sono trovato con i tifosi bolognesi a fare il dj in un pub di fianco al Cavern Club, dove si esibivano i Beatles. Ho messo su gli Skiantos e ‘Ci vuole un fisico bestiale’.