REDAZIONE MODENA

Carabiniere rischia sospensione per truffa

Carpi, avrebbe chiesto e ottenuto denaro da automobilisti multati. Indagini in corso

Nei guai un carabiniere di Carpi

Modena, 30 marzo 2019 - Avrebbe intascato i soldi delle contravvenzioni di alcuni automobilisti che, fidandosi della divisa, gli avrebbero consegnato i contanti.

Non si parlerebbe di un episodio isolato ma di almeno quattro casi da gennaio al mese corrente. È indagato per truffa continuata e falsità materiale un maresciallo di Carpi interrogato ieri dal giudice per le indagini preliminari Andrea Romito, alla presenza del proprio legale Cosimo Zaccaria.

Il militare, per il quale è stato chiesto come provvedimento cautelare la sospensione dal servizio, una sorta di interdittiva sulla quale il giudice si è riservato, è accusato di aver indotto i privati contravventori in errore, procurandosi ingiusto profitto per una somma di oltre 2300 euro ai danni dello Stato, omettendo il versamento del denaro al centro nazionale amministrativo dell’Arma dei carabinieri, ente deputato all’incasso dei proventi contravvenzionali. Sono stati gli stessi carabinieri di Carpi, coordinati dal capitano Alessandro Iacovelli, a indagare sul collega, insospettiti da diversi atteggiamenti del maresciallo e da alcuni episodi sospetti.

Il primo caso risale allo scorso 16 gennaio. In sostanza il carabiniere, che riveste un ruolo ‘apicale’ nella caserma di Carpi, avrebbe indotto in errore un automobilista straniero, già contravvenzionato di 712 euro, sulle modalità di pagamento e sull’importo della sanzione, facendosi appunto consegnare la somma dalla presunta vittima per poi accompagnarlo presso la ditta dove si trovava la vettura dell’automobilista, al fine di restituirgliela. Il militare avrebbe riportato quindi sul sito di Poste italiane gli estremi del verbale indicando la norma violata che, trattandosi di contravvenzione penale, non poteva comportare una sanzione amministrativa.

Pochi giorni dopo la scena si sarebbe quindi ripetuta: il militare avrebbe indotto in errore un altro straniero che si era presentato in caserma, a Carpi, per chiedere come poter riavere indietro la propria vettura, sottoposta a fermo amministrativo. In questo caso il maresiallo si sarebbe fatto consegnare 498 euro per restituire l’auto al malcapitato. Circa un mese dopo il copione si sarebbe quindi ripetuto: la presunta vittima del ‘raggiro’ sarebbe stata in questo caso una donna che, arrivata in caserma con l’intento di chiedere indicazioni sul pagamento sul portale del verbale, avrebbe consegnato al militare cinqecento euro in contanti. Dopo aver accompagnato la carpigiana ed un’amica a recuperare l’auto, il carabiniere avrebbe anche strappato il foglio col sigillo dichiarando: «Se volete la ricevuta mi tengo la macchina».

Lo stesso giorno, il 25 febbraio, il militare avrebbe – secondo le accuse – contraffatto la copia del verbale di contravvenzione. Pochi giorni dopo il maresciallo avrebbe indotto in errore l’ennesima presunta vittima, facendosi consegnare 500 euro sempre da una donna contravvenzionata. Sugli episodi di cui è accusato il militare sono ora in corso indagini avviate appunto con estrema amarezza dagli stessi colleghi.

L'INTERVENTO DEL COMANDANTE DELLA COMPAGNIA DI CARPI ALESSANDRO IACOVELLI

Deve arrivare forte e chiaro il messaggio che la reputazione dell’Arma non tollera macchie; che la fiducia che i cittadini ripongono in noi non può essere tradita e che a definirci è la professionalità, il sacrificio e il lavoro silenzioso ed incessante che viene espresso sul territorio, tutti i giorni, da migliaia di uomini e donne”. Con queste parole il comandante della compagnia dei carabinieri di Carpi interviene in merito alla notizia dell'indagine per truffa. “Ci sono episodi esecrabili, come quello in questione, per i quali - aggiunge Iacovelli - ci si deve scusare non certo come istituzione, ma perché taluno ha dimenticato la strada della virtù. Voglio sottolineare che la prima vittima di quanto accaduto è l’Arma, il cui prestigio è stato gravemente offeso da comportamenti inaccettabili come questi. Ciascuno di noi è un servitore dello Stato e, in quanto tale, deve atteggiarsi non solo in modo legittimo, ma anche degno ed esemplare, sotto ogni aspetto, senza 'se' e senza 'ma'. La rapidità e la determinazione con cui abbiamo individuato e perseguito le condotte illecite, ne sono la riprova”.