
Carambola e schianto frontale. Muore l’infermiere alla guida. Gravissimo il figlio di 8 anni
SASSO MARCONI (Bologna)
Prima lo schianto contro il guard-rail. E poi la carambola, con la Citroen C4 Picasso che invade la corsia opposta e viene centrata in pieno dall’auto che arrivava nell’altro senso di marcia. In un contrappasso tragico, si è conclusa così la vita di Michelino Davide Moccia, soccorritore del 118 di Modena, 59 anni. L’uomo giovedì sera era in auto con il figlioletto di 8 anni. Stavano percorrendo la Porrettana, in territorio di Sasso Marconi. Erano le 21,30 circa quando, poco prima di imboccare il Raccordo di Adduzione verso il casello dell’A1, Moccia ha perso il controllo della sua auto e, per motivi adesso al vaglio della Polstrada Bologna Sud, è andato a sbattere contro il guard-rail alla sua destra. Uno scontro violento, che ha spinto l’auto verso l’altra carreggiata, dove intanto stava sopraggiungendo una Suzuki Vitara, con a bordo un bolognese di 66 anni e una brasiliana di 63. Lo scontro è stato quasi frontale. Le condizioni di Moccia e di suo figlio sono apparse subito gravissime: entrambi sono stati estratti dalle lamiere dai vigili del fuoco. Papà e bimbo sono stati portati all’ospedale Maggiore in condizioni di massima gravità. L’uomo è morto poco dopo, mentre il bambino è in condizioni gravissime, ricoverato in Rianimazione. Meno gravi le condizioni della coppia a bordo dell’altra auto, soccorsa e trasportata al Maggiore. Dai primi riscontri pare che entrambe le vittime indossassero regolarmente le cinture di sicurezza.
Ieri tutti i colleghi del Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, ricevuta la tragica notizia, erano sotto choc. "Davide era in forza al pronto soccorso da anni: è stata la memoria e la storia di questo pronto soccorso – sottolinea Oriana Pisani, coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso Generale Obi medicina d’urgenza – ci lascia a quindici giorni di distanza da un’altra persona che aveva fondato in qualche modo il pronto soccorso: Franco Tenace (morto a seguito di una grave malattia). Davide? Un taciturno, un professionista impegnato che l’emergenza urgenza la conosceva bene. Capelli bianchi, barba incolta era silenzioso ma spiritoso. Era un professionista serio". Distrutti i colleghi: "Aveva lavorato anche al 118 tanti anni fa – ricorda Antonio De Girolamo – solo l’altra sera eravamo a mangiare insieme, a Montese. Adorava il suo bimbo e aveva anche una bambina di due anni". "Davide era una persona sempre gentile con tutti, pazienti e colleghi", dice una collega.
Nicoletta Tempera
Valentina Reggiani