L’Onu ha scelto Cmb, assieme ad altre imprese, per ristrutturare il Palazzo di Ginevra, la seconda sede della Nazioni Unite più importante del mondo dopo quella a New York. La firma del contratto è stata apposta ieri in Svizzera e subito dopo da via Carlo Marx, dove la fibrillazione era alle stelle, è stata diramata la notizia.
Un cantiere da 270milioni di franchi svizzeri, corrispondenti a circa 245 milioni di euro, che vede Cmb capogruppo di una joint-venture formata da Csc Impresa costruzioni SA, dal gruppo Salini Impregilo e Italiana Costruzioni Spa.
Un successo, commenta il presidente Carlo Zini, «da ricercarsi nel grande lavoro di squadra e nella professionalità espressa dai nostri soci e dai tecnici, che con le loro competenze hanno contribuito a questa straordinaria impresa. E ora al lavoro per fare bella figura e portare a termine l’opera in soli tre anni».
Lo storico Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra risale agli anni Trenta e si estende su una superficie di circa 100mila metri quadrati, seconda per estensione solo al quartier generale di New York. Gli uffici si trovano all’interno dei 46 ettari dell’Ariana Park e si affacciano sul Lago di Ginevra: con 34 sale conferenza e circa 12mila meeting all’anno è uno dei più attivi centri di diplomazia multilaterale nel mondo. Nel progetto di ristrutturazione, voluto da Onu per rendere la struttura più sicura e sostenibile, Cmb ha già individuato quale sarà la sfida più impegnativa: il mantenimento della funzionalità degli uffici durante tutte le fasi del cantiere.
La cooperativa carpigiana è pronta, nei prossimi mesi partirà una fase definita preconstruction e il cantieramento inizierà a marzo 2020 con previsione di concludere i lavori nell’estate 2023. Una gara che si è svolta tramite competizione sulla base di un progetto esecutivo messo a disposizione dal prestigioso cliente: l’offerta finale, sia tecnica che economica, è stata consegnata il 5 luglio scorso, è seguito il contraddittorio con alcuni membri dello staff della joint-venture, nella prima metà di luglio, che ha contribuito al punteggio definitivo.
Determinante, nella scelta del progetto presentato da Cmb e dai suoi partner, è stato il restauro e ampliamento del museo dell’Opera del Duomo di Firenze realizzato dalla cooperativa carpigiana tra il 2013 e il 2015. Quando i tecnici inviati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite hanno visto il lavoro realizzato da Cmb a Firenze sono rimasti particolarmente colpiti.
«Si trattava di un lavoro di grande complessità con un committente prestigioso che si è concretizzato in uno dei musei più interessanti di arte sacra in Italia» commenta Barbara Maccioni direttrice della Business development unit di via Marx. Il traguardo svizzero è dunque frutto dei successi realizzati da Cmb negli anni, un curriculum eccellente che annovera opere quali la torre City Life di Milano, l’ultimo tratto della Salerno Reggio-Calabria e nel settore ospedaliero un’importante struttura sanitaria nella città di Odense, in Danimarca. Essere scelti dalle Nazioni Unite è un successo forse inimmaginabile.
«Si tratta di uno dei contratti più
importanti siglati da Onu, in particolare con un’impresa italiana - commenta Roberto Davoli, vice presidente di Cmb e capo della Divione che si dovrà cimentare nella costruzione dell’opera – un motivo di grande soddisfazione per la nostra cooperativa, ancora una volta impegnata in interventi di grande complessità e di alto
contenuto tecnologico ed estetico».