
L’Orchestra Senzaspine di Bologna durante l’esecuzione di un brano
"Lux Perpetua": non è un’immagine di tristezza ma un augurio di luce e di speranza quello con cui si inaugura la stagione concertistica di MusicaCantoParola, in sinergia fra la Gioventù Musicale, l’associazione Corale Gazzotti e l’associazione Tempo di musica. Stasera alle 21 l’antica chiesa di San Pietro sarà la cornice di un elegante ed emozionante affresco sinfonico - corale: il Coro Filarmonico di Modena Luigi Gazzotti e la Cappella musicale San Francesco di Paola di Reggio Emilia, l’Orchestra Senzaspine di Bologna e due eccellenti solisti, il soprano Scilla Cristiano (che lo scorso anno abbiamo ascoltato al teatro Comunale nel "Rigoletto" in omaggio a Luciano Pavarotti) e il baritono Matteo Bussi, fra i più promettenti talenti del panorama lirico, tutti diretti sapientemente da Giulia Manicardi, eseguiranno i due Requiem di Giacomo Puccini e Gabriel Fauré, nel centenario della scomparsa dei due compositori. Due Requiem, due partiture differenti anche da altre celebri composizioni sullo stesso tema (come quelle di Mozart o di Verdi), due stili e due approcci per uno sguardo rivolto verso l’eternità.
Il Requiem in re minore op. 48 di Fauré, nella versione originale del 1893 per soli, coro e orchestra (che esclude i violini dall’organico) non ha gli accenti drammatici di altre preghiere in musica: "Fauré – viene spiegato – adotta un approccio intimo e sereno alla morte. La sua interpretazione è meno incentrata sull’ira divina e più sulla consolazione e sulla speranza di un altrove pacificato", e infatti l’intera sequenza del "Dies Irae" è stata omessa, per lasciare spazio alla sezione del "Pie Jesu". "Se aggiungiamo il fascino indiscutibile dell’invenzione melodica, spesso affidata anche alle sezioni corali – proseguono gli interpreti –, si comprende perché sia stato uno dei brani più amati della produzione del musicista".
Decisamente diverso è il Requiem di Puccini, scritto nel 1905 in memoria di Giuseppe Verdi e rintracciato in un manoscritto soltanto nel 1972: breve e intenso, "è un lavoro piccolo ma non minore che concentra in poche pagine un senso profondo di dramma ed emozione – è scritto nelle note di presentazione –. L’organico della versione originale prevede l’utilizzo di un organo sinfonico e di una viola solista che intreccia col coro un dialogo intimo basato su frasi degne del Puccini maggiore. Una perla di raro ascolto". L’ingresso al concerto è di 13 euro, con riduzioni a 7 e 10 euro. Info, www.gmimodena.it