FABRIZIO MONARI
Cronaca

Coronavirus Modena, "Sono positivo ma non ho paura: sto bene"

Il racconto di Matteo Bernabei che ora affronta il periodo di isolamento: "La verità è che il virus circola, anche se non ci piace pensarla così"

Matteo Bernabei

Matteo Bernabei

Modena, 22 agosto 2020 - Matteo Bernabei ha ventun anni, studia e gioca a calcio. Abita a Marano e lì è tornato dopo una breve vacanza in riviera con gli amici nella settimana prima di Ferragosto, a Milano Marittima e dintorni: giornate in spiaggia e serate nella movida, tentando per quanto possibile di tenere le precauzioni del caso.

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È stato al mare una settimana e ora gli toccherà passarne due in isolamento, perché l’altroieri ha cominciato a manifestare i sintomi classici del Coronavirus in forma lieve, febbre e tosse, ha effettuato il tampone e l’esito gli è stato rapidamente notificato: positivo. «Sto bene, è la prima cosa che ho detto agli amici che si preoccupavano» ha raccontato a Trc dalla sua prigione domestica. 

"Ho una stanza tutta per me – continua Bernabei – e un bagno che uso soltanto io, i miei mi lasciano il mangiare fuori dalla porta. Cerco di guardare alla cosa con ottimismo". Un caso classico di isolamento domiciliare, «niente mal di gola o difficoltà respiratorie» spiega Matteo, e anche la temperatura è relativamente sotto controllo.

Trascorsi appena due dei quattordici giorni previsti – o più, se il doppio tampone negativo dovesse arrivare più avanti – si tiene impegnato e aspetta il responso dei test sugli amici che erano con lui: "Ho collaborato con l’Ausl cercando di ricordare con esattezza tutte le persone con cui ho trascorso del tempo, che ho incontrato, e i luoghi in cui sono stato".

La comitiva ha girato per la zona facendo base a Lido di Savio: "Tra Cervia, Milano Marittima e dintorni ci siamo mossi regolarmente, ho cercato di essere il più accurato possibile nel ricostruire il tutto".  E intanto l’indagine epidemiologica è partita. «Dopo un momento iniziale di tensione, con gli amici che erano soprattutto preoccupati per come stessi io, siamo riusciti anche a scherzarci su» racconta Matteo.

«Credo sia l’approccio giusto, un punto di vista positivo su una situazione che la vita mi ha messo di fronte e che devo affrontare senza ansie». Sul rispetto delle norme a lui imposte dal protocollo, non transige: «Ho sentito più volte di positivi al Covid che se ne andavano in giro e mi sono sempre chiesto come sia venuto loro in mente. Sono convinto che facendo il nostro dovere, tutti, dal primo all’ultimo, riusciremo ad uscire da questa pandemia. Intendo prendere tutte le precauzioni necessarie».

Intanto, riflettendo a ritroso sull’accaduto, Matteo prova a risalire a come può essere avvenuto il contagio da Covid-19: «Il luogo e il momento esatto sono impossibili da capire, può essere successo in qualsiasi momento. La verità è che il virus circola e, anche se non ci piace pensarla così, possiamo prenderlo in tanti posti diversi. È chiaro che nei luoghi più affollati, e in quei giorni in riviera ne ho visti molti, la probabilità di averlo contratto è maggiore. Però non mi sento di puntare il dito contro nessuno: ora penso solo a guarire e a stare meglio il prima possibile».