Covid, l'appello dell'infermiera. "Ragazzi, fate gli eroi anche voi" VIDEO

Nicole Bertacchini, 24 anni è l’infermiera più giovane in forza all’Ausl: "il virus c’è e vuole fare danni, mettete la mascherina"

Nicole Bertacchini, 24 anni

Nicole Bertacchini, 24 anni

Modena, 28 agosto 2020 - Non è una influencer e nemmeno una modella, nonostante avrebbe tutte le caratteristiche per esserlo: età, bellezza e freschezza. Ma chi meglio di lei come testimonial d’eccezione della campagna #giustedistanze ideata e realizzata dalle tre aziende sanitarie modenesi (Ausl e Azienda Ospedaliero-Sanitaria di Modena e Ospedale di Sassuolo) per sensibilizzare i giovani sull’importanza di indossare la mascherina, lavarsi frequentemente le mani e mantenere il distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Lei è Nicole Bertacchini (video), 24 anni, originaria di Vignola ma residente a Pavullo dove lavora come infermiera presso il Pronto soccorso dell’ospedale. Inoltre è la più giovane infermiera in forza all’Ausl. «Anche io avrei voglia di divertirmi – dice – ma il Covid è ancora qui tra noi e ha voglia di fare ancora un sacco di danni. Al posto della ricetta della pizza fatta in casa – che ci è tanto piaciuta durante il lockdown – vi do la ricetta per mantenere le giuste distanze e avere i giusti comportamenti in questo momento. Di questo passo potrebbe essere chiesto a voi di ritornare a stare chiusi in casa, senza affetti e senza divertimento, e a noi di tornare in prima linea. Dunque, siate un po’ eroi anche voi, mettetevi la mascherina e fate a modo!». 

Come è nata l’idea di fare da testimonial?  «Sono stata contattata dalla dottoressa Claudia Cremonini, primario del Pronto Soccorso, che mi ha chiesto se ero disponibile a lanciare questo messaggio ai giovani in quanto sono risultata la più giovane infermiera dell’Ausl di Modena. Avevo davvero tanta voglia di partecipare a questa campagna perché per tutti questi mesi ho vissuto l’emergenza virus e, adesso che si poteva tirare un sospiro di sollievo, se non si continuano a rispettare le regole il rischio è di tornare indietro». 

Come ha vissuto i mesi dell’emergenza?  «Dopo la laurea in infermieristica ed aver lavorato in due strutture private, ho vinto il concorso presso l’ospedale di Pavullo dove ho iniziato a lavorare come infermiera al Pronto Soccorso a fine dicembre scorso. I primi due mesi sono stati di normale reparto, poi è scoppiata l’emergenza Coronavirus: ho vissuto l’Area Covid e indossavo la tuta come la maschera, gli occhiali e la visiera appositi. Noi in Pronto Soccorso eravamo i primi ad entrare in contatto con i pazienti e ho visto anche qualche caso particolarmente grave. Ma se nella prima fase i casi riguardavano per la maggior parte persone di una certa età o con più patologie concomitanti, ora i dati ci dicono che il target d’età sui positivi al Covid si è abbassato ed interessa anche i giovani che, purtroppo, non hanno ben capito che non si scherza con questo virus». 

Da ragazza di 24 anni ha assistito a comportamenti sbagliati da parte dei giovani?  «Dopo le riaperture di maggio credo che le regole siano state rispettate ovunque. Incluso a Pavullo, dove non ho mai visto assembramenti se non ad un mercatino serale. Mentre ora che sono in vacanza in Toscana, se passeggio sul mare non da sola, e quindi indosso la mascherina, noto che chi non ce l’ha ti guarda con disprezzo o come una che vuol fare dell’allarmismo. Eppure penso che indossarla quando è necessario, come attenersi alle altre regole, siano gesti semplici che non impediscano di vivere la nostra vita normalmente. Ecco perché mi auguro il mio messaggio arrivi a tutti quei giovani che invece non si sono spaventati con la quarantena, che si sentono immuni e che non credono al virus: non è così. E spero non ci debbano saltare dentro con i propri piedi per capirlo…»