"Discoteche, servono coerenza e regole certe"

Il pr Andrea Camurri: "Io avrei imposto l’obbligo della mascherina sin da subito e le avrei tenute aperte. Oppure andavano chiuse subito".

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E’ il re delle serate modenesi e non solo, uno dei primi a fare dell’organizzazione di feste ed eventi, una vera e propria professione. Andrea Camurri, da anni sulla scena della movida tra Modena, Cortina e la Sardegna, sta vivendo da vicino la crisi dovuta al Covid 19, ed è piuttosto critico sul modo in cui si sta affrontando il problema dei contagi in aumento.

Camurri, il governo ha detto stop alle discoteche. E’ d’accordo?

"Non è tanto la decisione in sè che mi lascia dubbioso, quanto la tempistica. Se è davvero questa la direzione che dovevamo prendere, allora tanto valeva iniziare fin da subito".

A Ibiza non hanno mai aperto

"E hanno fatto bene, nel senso che hanno preso una decisione e l’hanno portata avanti fino in fondo. Da noi hanno cominciato in un modo poi da un giorno all’altro hanno costretto i gestori a chiudere tutto. Non mi sembra un comportamento coerente".

Eppure sembra che l’aumento dei contagi sia dovuto anche alle serate in discoteca

"Bene, allora si obblighino le persone a indossare la mascherina sempre e comunque, nelle piste da ballo all’interno e all’esterno. E si minacci di mandare fuori chi non ce l’ha".

In questo modo si scoraggia l’affluenza

"No, secondo me si contribuisce a responsabilizzare i giovani: se riteniamo che indossare la mascherina serva, allora cominciamo a dare messaggi forti: chi non la porta mette a rischio la propria vita e quella dei propri familiari. Quindi chi non se la mette non può entrare".

Non è semplice controllare tutti però

"Basta volerlo. Sono stato a Villa Papeete di Milano Marittima, regno della movida romagnola: c’erano numerosi dipendenti del locale in giro per la spiaggia che non facevano altro che ripetere a tutti che dovevano indossare la mascherina, a costo di essere noiosi e irritanti. Eppure così la portavano tutti".

Non basta imporre il metro di distanza tra gli avventori?

"No, quello è impossibile. La gente va in discoteca per socializzare, per conoscere persone. Quando si balla non si riesce a controllare che distanza si trovano le persone vicine. Io sono per aprire tutto, ma con l’obbligo ferreo di portare sempre le mascherine".

Dalla sua esperienza com’è il panorama di chi fa intrattenimento in rapporto alle nuove regole?

"C’è chi riesce ad aggirare l’ostacolo creando serate molto simili a quelle in discoteca ma stando apparentemente all’interno delle regole".

In che modo?

"Vedo in giro, non a Modena comunque, locali che organizzano cene con musica in sottofondo. A tavola non si indossa la mascherina, a fine cena ci si alza e si fanno quattro salti. Si chiama ‘cena animata’. Però, essendo ristorazione, si può fare. E’ così diverso da una discoteca? Ecco perché dico che occorrono regole certe".

Roberto Grimaldi