Fegato e reni: in soli tre mesi 31 trapianti

Numeri di primo piano per l’equipe guidata dal professor Di Benedetto. Nel 2020 superate le 100 operazioni: "Grazie ai donatori"

Migration

Ieri, 11 aprile, era la Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti. Una ricorrenza che a Modena ha un ’sapore’ particolare: qui, infatti, si segnalano da tempo numeri record. L’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena ha ringraziato pubblicamente i donatori e le loro famiglie, assicurando che "continuerà il proprio impegno per rispondere ai bisogni di chi è in attesa".

La dura pandemia di Covid-19 non ha fermato i trapianti, guidati dall’equipe della Chirurgia dei trapianti, diretta dal professor Fabrizio Di Benedetto, che nel 2020, anno in cui è stato rilanciato il programma di trapianto da donatore vivente di fegato a Modena, hanno raggiunto quota 77 trapianti di fegato e 33 di rene, questi ultimi in collaborazione con la Nefrologia diretta dal professor Gianni Cappelli. Cruciale è la collaborazione con il reparto di Anestesia e rianimazione del Policlinico, diretto dal professor Massimo Girardis, che fornisce l’assistenza anestesiologica intra e post-operatoria. Dall’inizio dell’anno 2021 sono stati eseguiti 25 trapianti di fegato, di cui 3 da donatore vivente, e 6 trapianti di rene di cui 3 da donatore vivente con prelievo robotico.

Come afferma il direttore generale dell’Azienda ospedaliero- universitaria di Modena, Claudio Vagnini, "l’attività trapiantologica è frutto di una complessa organizzazione al servizio di un gesto di grande generosità che può salvare la vita alle persone. A Modena questa attività, che rappresenta un’eccellenza a livello europeo, è resa ancora più favorevole dalla complementarietà tra le terapie Intensive e il Centro trapianti nell’ambito della nostra azienda".

"Il momento in cui una persona è chiamata a decidere se donare gli organi di un proprio congiunto è tra i più difficili, perché la decisione va effettuate in tempi brevi, mentre si cerca di elaborare la terribile notizia di un lutto, tra paure e dubbi", spiega Elisabetta Bertellini, direttore della Struttura complessa di anestesia e rianimazione all’Ospedale civile di Baggiovara, che aggiunge come "il nostro lavoro sia possibile grazie all’integrazione di diverse professionalità e specialità". Il centro spicca tra le altre cose anche per il prelievo di organi a cuore fermo. "All’estero – prosegue la dottoressa Bertellini – questa prassi è molto diffusa, mentre in Italia è praticata ancora solo in un numero molto limitato di centri dotati di competenze e tecnologia adeguate alla complessità della procedura. Noi siamo uno di questi. In tali casi è fondamentale garantire la funzionalità degli organi prelevati grazie ad un’accurata gestione del donatore, puntando a limitare il danno ischemico, utilizzando assistenza cardiocircolatoria extracorporea (Ecmo), immediatamente applicata dopo l’accertamento di morte".

Come commenta il professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della Struttura complessa di chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica e chirurgia dei trapianti di fegato all’Aou di Modena e professore all’Università di Modena e Reggio, "in questi numeri si può trovare la vocazione all’innovazione del nostro centro, che offre oggi l’unico programma attivo in Italia di trapianto di fegato da donatore vivente tra adulti, e l’unico centro in Regione Emilia-Romagna a promuovere l’uso della tecnologia robotica al servizio dei trapianti d’organo. L’Azienda ospedaliera e l’Università hanno investito in questi programmi, affidando al nostro reparto la responsabilità chirurgica del trapianto di rene e creando così un grande centro di chirurgia trapiantologica moderna, con particolare riguardo alle innovazioni tecnologiche. Intendiamo ringraziare i donatori e le loro famiglie – chiude Di Benedetto –, perché sono quelli che fanno il sacrificio e senza i quali noi, pur con le nostre competenze e professionalità, non potremmo salvare alcuna vita".