
I novant’anni di Leone Magiera. Teatro gremito per il Maestro: "La musica da sempre la mia vita"
Osservando la sala del teatro Comunale di Modena, gremitissima in suo onore, il Maestro Leone Magiera non ha nascosto l’emozione. E ha ringraziato commosso, con una citazione dall’Amico Fritz di Mascagni: "D’esser sì grande io non pensavo...". Il gran galà con cui il Modena Belcanto Festival ha celebrato i 90 anni del famoso pianista, direttore d’orchestra e insegnante è stato come una sinfonia di parole, di dediche e – naturalmente – di musica e di splendide voci. E non poteva che essere così perché – come ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – "Leone Magiera racconta una grande storia di passione e di crescita, sua e dei suoi ragazzi". Il Maestro – ha aggiunto Aldo Sisillo, direttore del Comunale – "insieme a Luciano Pavarotti e Mirella Freni ha dato vita alla moderna scuola modenese del belcanto, quella che ancora continua ad attirare qui giovani da tutto il mondo, per respirare quella stessa atmosfera".
La serata al teatro Comunale, intitolato proprio a Luciano e Mirella, ha inanellato ricordi, racconti, testimonianze, come quelle di Moni Ovadia e Marcello Corvino del teatro di Ferrara, dove Magiera dirige anche un corso di formazione per giovani cantanti, e quelle (particolarmente toccanti) di Micaela ed Eloisa Magiera, figlie del Maestro. "Il mio papà è sempre stato per me un compagno d’avventure: facevamo viaggi bellissimi per andare a salutare mamma Mirella in tutti i teatri europei", ha rievocato Micaela. "Se dovessi cercare un aggettivo per definire papà – ha aggiunto –, lo direi ‘morbido’, ‘malleabile’, un uomo che ci ha sempre sostenuto ed è altrettanto sempre devoto alla musica, il suo mondo". "Mi sono appassionato alla musica già da bambino: avevo 5 anni, quando ascoltando la radio sentii un pezzo suonato dal pianista Alfred Cortot. Ne rimasi subito incantato – ha raccontato il Maestro –. Purtroppo, proprio lo stesso giorno, venne trasmesso l’annuncio di Mussolini per l’ingresso in guerra dell’Italia". Magiera è stato un enfant prodige, diplomato in pianoforte già a 18 anni. Ha lavorato con grandi musicisti e cantanti, da Karajan a Kleiber a Raimondi, "e il pianoforte è sempre stato un amico prezioso: anche negli anni alla Scala, arrivavo nel mio studio alle 6 di mattina e mi mettevo a suonare".
La musica quindi è stata protagonista della serata, con alcuni giovani e talentuosissimi cantanti ‘scoperti’ da Magiera e già in carriera: affiancati al piano dal maestro Luca Saltini, abbiamo ascoltato il baritono Gianluca Failla, i tenori Lorenzo Martelli e Simone Fenotti, il soprano Yulia Merkudinova e il basso Valerio Morelli, vincitore della prima edizione del premio Leone Magiera, istituito dall’associazione del Maestro. Stelle della serata, due grandi della lirica, il basso Simone Alberghini e il tenore Fabio Sartori che con Magiera hanno mosso i primi passi. Per loro il Maestro si è seduto al pianoforte, accompagnandoli in due perle del repertorio italiano, "Ella giammai m’amò" dal "Don Carlo" di Verdi e la struggente "E lucean le stelle" da "Tosca" di Puccini. Un tripudio. Per chiudere – immancabile – il brindisi da "Traviata" con standing ovation, gioia generale e il saluto finale del grande Leone: "Alla prossima!". Novant’anni sono solo una tappa.