Il fratello: "Mohamed non parla? Intanto cerchiamo il complice"

Matteo Marzoli ribadisce: "Per ucciderla così e distruggere il cadavere una persona non basta"

Il fratello: "Mohamed non parla?  Intanto cerchiamo il complice"

Il fratello: "Mohamed non parla? Intanto cerchiamo il complice"

"Adesso sono in due ad avvalersi della facoltà di non rispondere (Mohamed Gaaloul e Marco, entrambi indagati per la morte di Alice Neri, ndr): li metterei in una stanza insieme promettendo un ‘premio’ a chi per primo rompe il silenzio". C’è amarezza e disincanto nelle parole di Matteo Marzoli, fratello della vittima, dopo il rientro in Italia del tunisino Gaaloul.

Cosa provate a fronte del silenzio di Mohamed?

"Personalmente me lo aspettavo: dopo tante bugie, dopo il silenzio in Francia a seguito della cattura, era da ingenui pensare che una volta in Italia lui parlasse. Si è scelto un avvocato, rifiutando quello d’ufficio (a differenza di mio cognato Nicholas), segno che vuole intraprendere una strategia difensiva. E il suo legale deve ancora avere il tempo di visionare tutto il materiale e i video, come lui stesso ha riferito. Sono molti i punti interrogativi al riguardo".

Cosa intende?

"Il grande ‘mistero’ sullo spostamento all’estero: il tunisino ha attraversato tre Stati ma, mi chiedo, con quali documenti? Sul 29enne già gravavano altre denunce: ha usato documenti falsi? E come se li sarebbe procurati, e perché proprio dopo la morte di mia sorella?".

Lei spesso parla al plurale riferendosi ai potenziali autori dell’omicidio di Alice.

"Fatico a pensare che tutto, ossia omicidio e distruzione del corpo, possa essere opera di una sola persona. C’è voluta una certa organizzazione in un lasso di tempo ristretto. E’ stato un omicidio d’impeto, per ‘panico’, come qualcuno sostiene? Se anche fosse, la fase successiva, ossia dare fuoco alla macchina di mia sorella con il suo corpo a bordo, richiede lucidità mentale, maestria e conoscenza del luogo".

Secondo lei quando è stata uccisa Alice?

"In quell’ora, di venerdì notte, in cui la sua macchina è stata ferma lungo l’argine del Canale Sabbioncello. Dopo, la direzione è stata via Mazzalupi, in un’area analoga ma meno visibile, dove poi l’auto è stata trovata incendiata".

L’ultimo giorno dell’anno ha dedicato a sua sorella dei fuochi d’artificio…

"Sì, insieme alla musica del suo gruppo preferito, i Muse. Al riguardo vorrei ringraziare chi ci ha donato i fuochi che hanno colorato il cielo notturno, rendendo sicuramente felice mia sorella. Una persona che si è mostrata più vicina di tante altre che in teoria avrebbero dovuto essere legate a mia sorella, ma che non hanno saputo neanche mandare un telegramma di condoglianze a nostra madre. A partire dalla stessa azienda in cui lavorava: per come si sono comportati, non ci metterei mai piede".

Maria Silvia Cabri