
Berardi e compagni ora devono guardarsi dalla risalita del Pisa
Nonostante quasi 80 minuti, recuperi compresi, in dieci uomini, ieri il Pisa è comunque riuscito a battere la Salernitana, mantenendo al secondo posto i cinque punti di vantaggio sullo Spezia terzo e più che dimezzando, nel contempo, il ritardo rispetto al Sassuolo, ora ristretto ad appena due lunghezze, minimo distacco dalla vetta da alcune settimane a questa parte.
In soldoni, dopo 23 giornate disputate e con ancora 15 turni da giocare, la classifica dice questo: Sassuolo 52, Pisa 50, Spezia 45. Corsa a tre – ne abbiamo già scritto – più che confermata, con le altre dietro a cercare, soprattutto, di non finire a -14 dal terzo posto, perché se la distanza tra terzo e quarto posto fosse tale, o maggiore, i playoff non si disputerebbero.
Quest’ultimo scenario, considerando medie e proiezioni, appare improbabile, detto ciò le squadre di Grosso, Inzaghi e D’Angelo hanno corso a un ritmo diverso dalle altre, e nulla può essere escluso. Ma quali sono i punti di forza e le debolezze del trio di testa, oggi?
Del Sassuolo si sa tutto: a prescindere dal ko del Picco, il primato e i numeri non mentono e confermano una qualità superiore, anche per la presenza di alcuni uomini capaci di vincere la partita con una giocata, uno strappo, un colpo. La lista è nota, ma di certo ai neroverdi attualmente serve registrare ulteriormente la fase difensiva e, soprattutto, fa specie che, in tre scontri diretti, non abbia mai vinto, ottenendo appena un punto.
Ci sarà, quale ultima occasione, Sassuolo-Pisa dell’1 marzo. Appunto il Pisa, che in 5 partite ha rosicchiato quattro punti ai neroverdi, vive un periodo molto positivo ed è spinto dall’entusiasmo di un pubblico che non vede la A da almeno un paio di generazioni e sente che questa può essere la volta buona.
Alla promozione i nerazzurri erano già andati vicini tre stagioni fa: girone di andata da primato, poi il vistoso calo nel ritorno qualificò comunque la squadra ai playoff, dove il sogno di fermò in finale; l’allenatore, allora, era l’odierno tecnico dello Spezia, Luca D’Angelo. In questo senso, proprio per averlo vissuto (ma senza andare così forte), i nerazzurri sperano che il Sassuolo faccia la stessa fine.
C’è poi lo Spezia, terzo incomodo, squadra solidissima dietro e che davanti ha un Francesco Pio Esposito nella sua stagione perfetta, eppure difetta di continuità. Ma non ha mai perso uno scontro diretto: due pari e una vittoria sinora.